L’addio di Pratola al valoroso partigiano della Brigata Majella

Tantissime persone ai funerali di Domenico Di Pietro Entrò a 16 anni nella Resistenza, poi l’impegno politico

PRATOLA PELIGNA. In molti hanno reso omaggio a uno degli ultimi partigiani di Pratola Peligna. Domenico Di Pietro combattente nelle file della Brigata Majella, si è spento nella sua abitazione a 87 anni. Conoscenti, amici, autorità e moltissimi giovani, si sono ritrovati nel santuario della Madonna della Libera per l’ultimo saluto al partigiano, che a soli 16 anni, decise di aderire alla Brigata Majella e partecipare attivamente alla Liberazione dell’Italia dai nazifascisti. «Abbiamo perso un punto di riferimento per la nostra comunità», ha affermato il sindaco e presidente della Provincia Antonio De Crescentiis. «Conoscevo personalmente Domenico, il cui valore è stato riconosciuto dallo Stato, da città come Bologna e da altri Paesi europei. Un concittadino esemplare, cavaliere del lavoro, ben voluto da tutti, depositario di quei valori di dignità e rispetto che diedero vita allo spirito della Resistenza che Domenico, non solo ha incarnato, ma anche contribuito a divulgare agli uomini della mia generazione».

Di Pietro, dopo la Liberazione, ha ricoperto anche incarichi politici come consigliere comunale nelle file del Pci, partito alle cui idee è rimasto sempre fedele. Inoltre, ha conosciuto l’emigrazione e il ritorno in patria dove ha lavorato nel commercio e ha avuto tre figli Antonio, Anna e Nadia. «Oggi», ha detto l’ex preside e storico Ezio Pelino, «salutiamo un glorioso combattente della Brigata Majella». Parole condivise anche dagli esponenti dell’omonima associazione e i tanti presenti al funerale. «Come sezione del Pd locale, siamo vicini alla famiglia di Domenico», ha affermato Piergiuseppe Liberatore segretario della sezione Pd del centro peligno. Un paese, quest’ultimo, che ha pagato un prezzo salato per la guerra di Resistenza con 5 concittadini uccisi. Inoltre, Pratola è stata premiata con la medaglia al merito civile. Riconoscimento arrivato il 9 gennaio del 2006 con la firma dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Una medaglia meritata e arrivata soprattutto grazie all’impegno dei suoi giovani che, come Domenico Di Pietro, hanno combattuto per la libertà.

Federico Cifani

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