L’altra priorità: creare il lavoro

I dipendenti delle ex municipalizzate: trattati peggio delle macerie

L’AQUILA. I dipendenti dell’azienda farmaceutica, e con loro anche una folta delegazione di lavoratori delle altre Spa comunali, hanno dato vita ieri - nel cuore della città devastata dal sisma - a una manifestazione di protesta. Un corteo, organizzato da Ugl, Cgil e Uil, per sollecitare la riapertura del deposito dei medicinali e il rinnovo dei contratti di servizio necessari per proseguire l’attività di gestione dei cimiteri e del polo pedagogico (il nido e la materna di Casetta Fantasia).

Con lo slogan «il lavoro priorità assoluta», i dipendenti delle ex municipalizzate, «armati» di striscioni e bandiere, si sono ritrovati alla Villa Comunale. Da lì il corteo - sfilando tra gli atleti impegnati nella gara podistica che ha animato il centro storico, «occupato» anche dal popolo delle carriole - si è mosso per poi raggiungere San Bernardino. Una manifestazione con tanto di sit-in e raccolta di firme contro la chiusura del deposito dell’Afm, avvenuta oltre due settimane fa. Lì, davanti alla basilica, hanno atteso il sindaco Massimo Cialente che non si è sottratto al confronto e neppure a qualche contestazione. «Dicci la verità, la verità..» hanno intonato i manifestanti al suo arrivo, parafrasando la canzone «Cuore Matto» di Little Tony. Davanti, ben in vista, lo striscione con su scritto: «Trattati peggio delle macerie».

A prendere per primi la parola sono stati i sindacalisti (Piero Peretti, segretario dell’Ugl, Franco Migliarini, della Uil ed Emilio Speca della Cgil) che hanno espresso più di una preoccupazione sul futuro dell’azienda farmaceutica, così come sul destino delle altre Spa il cui capitale è interamente nelle mani del Comune.

«La preoccupazione per il futuro occupazionale dei 95 dipendenti dell’Afm spa» hanno via via dichiarato i rappresentanti sindacali «dimostra il dramma occupazionale che vive la città ad un anno dal sisma. I settori pedagogico e cimiteriale dell’Afm hanno i contratti di servizio in scadenza a fine anno. Quello farmaceutico, a causa della cervellotica scelta del cda di chiudere il deposito, è stato fortemente depotenziato. E a nulla è valso l’ordine del giorno, votato dal consiglio comunale e fatto proprio dal sindaco, con il quale è stata chiesta la riapertura del deposito dei medicinali. Come dire» hanno aggiunto i rappresentanti sindacali, sostenuti dai lavoratori, «che il consiglio di amministrazione dell’Afm, presieduto da Vittorio Sconci, non tiene conto delle indicazioni della proprietà».

Quindi la questione delle altre società, a cominciare dal Centro turistico del Gran Sasso. «Azienda per la quale si attende da anni una svolta che, però, continua a non arrivare». Un problema, quello delle ex municipalizzate, che riguarda circa 600 dipendenti. I sindacati hanno aggiunto «che l’articolo 23 bis del decreto 166 (legge Brunetta) dà la possibilità ai Comuni che si trovano in gravi difficoltà - e, in tal senso, L’Aquila è il caso più eclatante - di ottenere una deroga alla privatizzazione dei servizi affidati alle ex municipalizzate trasformate in aziende. Spa il cui pacchetto societario è interamente nelle mani del Comune».

Quindi, la parola è passata al sindaco che, in premessa, ha voluto ricordare la situazione trovata all’indomani della sua elezione. «Voglio solo dire che al mio arrivo a palazzo Margherita ho trovato una situazione catastrofica. Basti ricordare che un assessore della giunta Tempesta si era rifiutato di approvare i bilanci delle Spa comunali. Io la mia scelta l’ho fatta allora e non è stata quella di portare i libri contabili in tribunale. La mia preoccupazione era, e resta, quella di salvare le nostre aziende. Oggi il Sed (Servizio eleborazione dati) ha nuove prospettive di lavoro, l’Asm sta per assumere, seppur con contratti a termine, una trentina di persone. Per quel che riguarda l’Ama, il problema del deficit è legato al fatto che la Regione non riserva al nostro Comune lo stesso trattamento garantito alle altre municipalità. Così siamo noi a dover rimborsare all’Ama 2 milioni di euro per il servizio svolto.

Una somma destinata a lievitare visto che è stato necessario potenziare il servizio per raggiungere le nuove aree abitative. Per il Centro turistico» ha aggiunto Cialente «siamo riusciti a trovare i fondi per la manutenzione straordinaria della funivia ed entro una settimana pubblicheremo il bando per la privatizzazione. Stiamo creando le premesse per evitare soluzioni drastiche». Quindi l’azienda farmaceutica. «Sul mio tavolo sono approdate due diverse relazioni: una del Cda e l’altra della struttura. Ho bisogno di capire come stanno le cose e per questo ho convocato per mercoledì tutti i protagonisti di questa vicenda.

È necessario far chiarezza anche su ciò che in questi anni è accaduto al magazzino dei medicinali che, comunque, dovrà riaprire in attesa di decisioni che prenderemo solo dopo aver esaminato la vicenda». In quanto alle otto farmacie municipali (due delle quali aperte in altri comuni) Cialente ha ribadito che «non sono in vendita». Poi, tornando alla privatizzazione delle aziende, il sindaco ha annunciato di aver già scritto all’Authority e di avere un appuntamento telefonico con il ministro Brunetta per affrontare alcuni nodi decisivi. Infine, le difficoltà economiche in cui versa il Comune, «dovute al mancato rimborso, da parte dello Stato, di tasse e imposte (18 milioni di euro) non riscosse a causa del sisma». Ma, intanto, i sindacati hanno confermato per il 26 lo sciopero del personale dell’Afm.

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