L'Aquila, abusi su una minorenne: le accuse delle maestre

Una docente: "La bambina mi raccontò l’episodio per togliersi un peso". La collega: "In quel periodo la piccola ebbe un calo d’attenzione negli studi".

L’AQUILA. Due testimonianze, che potrebbero pesare quando ci sarà il verdetto, sono state ascoltate nel processo a porte chiuse in tribunale a carico di un commerciante, G.C., di 66 anni, accusato di abusi sessuali su una dodicenne. Sono state ascoltate, infatti, due maestre della piccola. Una di queste ha affermato che la bambina le confidò il fatto di cui era stata oggetto «per togliersi il peso psicologico». Un’altra docente ha affermato che nel 2010, epoca dei fatti, ci sarebbe stato un calo di rendimento negli studi, abbastanza vistoso, e riconducibile, come causa a quei fatti contestati.

Naturalmente si tratta di testimonianze dell’accusa che verranno poi controbilanciate da quelle della difesa. L’imputazione, comunque, è particolarmente pesante. Si tratta di violenza sessuale aggravata. Questi i fatti contestati ma respinti dalla difesa: in occasione di alcune giornate che la minorenne trascorreva in un esercizio commerciale del sospettato, dove di tanto in tanto veniva ospitata data la conoscenza tra l’accusato e la famiglia di lei, l’uomo avrebbe accarezzato le parti intime della piccola. Poi l’avrebbe minacciata «di non raccontare nulla a nessuno altrimenti l’avrebbe picchiata».

Naturalmente, per tutelare la riservatezza della parte civile, non è possibile fornire altri dettagli sulla storia. Storia che venne a galla dopo che, rotti i comprensibili indugi, la bambina raccontò quanto asserito dall’accusa ai suoi familiari i quali presentarono una denuncia ai carabinieri della stazione di Paganica. I fatti, più in particolare, si sarebbero svolti da giugno e settembre 2010 per venire alla luce qualche mese dopo.

Nelle prossime udienze verranno sentiti anche altri testi soprattutto per capire sotto il profilo psicologico fino a che punto sono credibili le accuse anche per evitare equivoci sulla narrazione dei fatti. Anche perchè l’imputato, se condannato, rischierebbe una pena pesantissima non solo detentiva ma dura anche sotto il profilo accessorio. Nel corso del procedimento la parte civile è rappresentata dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco. Il collegio è presieduto dal giudice Giuseppe Nicola Grieco.

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