L'Aquila, addio commosso a Zaffiri, burbero dal cuore tenero / Video

Il presidente della squadra di rugby protagonista della storia politica e sportiva della città e delle lotte civiche dopo il terremoto

L’AQUILA. Il figlio, Maurizio, allora capitano dell’Aquila Rugby Club, dentro la Scuola sottufficiali della Guardia di finanza a Coppito a regalare la maglia della squadra neroverde a Silvio Berlusconi, per ringraziarlo della donazione di 200 mila euro al sodalizio. E il padre, Mauro, presidente del club aquilano, fuori a contestare il premier e leader di Forza Italia.
Per rincarare la dose, non fece mancare un siluro neppure a Guido Bertolaso, allora capo della Protezione civile: «E Bertolaso come capitano onorario della squadra non ce lo voglio...». Era l’11 novembre del 2010.
Questo era Mauro Zaffiri, che ha lasciato questo mondo ieri notte, intorno all’1.30, all’età di 64 anni. Lui, che non mollava mai, si è dovuto arrendere alla malattia. Non ha mollato neppure di fronte alla difficile situazione economica dell’Aquila Rugby Club, di cui era presidente. Nella sua ultima conferenza stampa, al bistrot Attimi, il 22 marzo scorso, presentò la nuova maglia con la scritta “Abruzzo”: siamo gli sponsor della nostra regione, disse.

L'Aquila, allo stadio Fattori l'ultimo saluto al presidente Mauro Zaffiri
Lo stadio Fattori ha accolto oggi i funerali civili di Mauro Zaffiri, il presidente dell'Aquila Rugby Club scomparso a soli 64 anni. Una cerimonia commossa alla presenza della moglie Antonella e dei figli, dei giocatori e dei dirigenti della squadra, del sindaco Biondi e di tantissimi aquilani. (video tratto dalla pagina ufficiale Fb dell'Aquila Rugby)

Il presidente lascia la moglie, Antonella, i figli Maurizio e Giulia e i nipotini. I funerali non prevedono il rito religioso, ma quello civile: la salma verrà esposta questa mattina allo stadio Fattori, per l’ultimo saluto. La famiglia ha chiesto «non fiori, ma donazioni a favore dell’associazione L’Aquila per la vita». Dopo il rito, la salma del presidente Zaffiri verrà appoggiata nella camera mortuaria del cimitero dell’Aquila fino a martedì o mercoledì, quando verrà traslata a Viterbo per la cremazione.
Mauro Zaffiri era un imprenditore impegnato in diversi settori. Quello principale era la rivendita di autoricambi in viale della Croce Rossa, azienda ereditata dal padre, Spartaco. E aveva un’impresa nella logistica di attrezzature per le feste. La sua mente vulcanica partorì il progetto Cica Cica Bum a Centi Colella, che per alcune stagioni fu punto di riferimento di migliaia di aquilani.

leggi anche: «Con lui si discuteva senza ipocrisia»  Da Biondi alla Pezzopane, da Iuliano a Morelli: messaggi di cordoglio dalla città e dalla regione. Il ricordo di Ceccopeppe

Mauro Zaffiri cominciò giovanissimo a fare politica nella Fgci. Chi non lo ricorda, tra i suoi più o meno coetanei, ai Quattro Cantoni, a capo dei giovani della Federazione giovanile comunista italiana, preparare gli “scontri” con i rivali del Fronte della gioventù, schierati dall’altro lato dei portici di corso Vittorio Emanuele, a Capo piazza.
Aveva abbandonato la politica partitica – lui, vecchio Pci, non si riconosceva più nei nuovi schieramenti – ma era sempre in prima fila nelle lotte civiche. A cominciare dalla costituzione di Comitati, di cui è stato ideatore, come CaseMatte.
Nel 2012 fu processato e assolto tra i sette imputati del “Popolo delle carriole”, mentre nel 2013 fu di nuovo denunciato per avere invaso, insieme ad altri aquilani, l’Emiciclo, sede del consiglio regionale, per protestare contro il governo che voleva ritirare la sospensione delle tasse ai commercianti e operatori economici dell’Aquila terremotata.
La società dell’Aquila Rugby Club e i suoi dirigenti, che oggi avrebbero dovuto incontrare la Polisportiva per discutere della “franchigia”, hanno voluto ricordare così il loro presidente.
«È impossibile raccontare in modo esaustivo la vita di Mauro Zaffiri. È stato attivo in così tanti ambiti, facendo talmente tante cose, che ne potrebbe parlare un’intera enciclopedia. Una cosa è certa: ha attraversato le generazioni e la sua attenzione è stata sempre rivolta ai deboli e ai giovani, anche quando giovane non lo era più. Era nato il 2 giugno 1953. Dopo pochi anni capisce che lo sport avrebbe segnato tutta la sua vita. Ha iniziato a giocare a calcio, dandosi poco dopo al rugby, che non avrebbe più abbandonato. Ha vinto con la Polisportiva L’Aquila il campionato Riserve, esordendo poi in Serie A. La sua passione e il suo impegno, anche da giovane, lo portano a diventare presidente del neonato Cus L’Aquila. Nel capoluogo d’Abruzzo l’impegno in politica e nella società aquilana ardeva: segretario provinciale della Federazione dei giovani comunisti, si dedica anche alla comunicazione, gestendo Radio Città Futura. Nel frattempo, gestisce – come ha fatto fino alla fine – il negozio di autoricambi di famiglia e, con il Pci, nei primi anni ’80 è anche consigliere comunale dell’Aquila, con la delega al Commercio. Sarà inoltre presidente della Confesercenti provinciale. Insieme ad altri avvia una stagione incredibile di eventi sociali e culturali, che porteranno all’Aquila la creazione di un Festival blues e un Festival jazz. L’altra intuizione è quella degli eventi estivi all’aperto: un’intera generazione di aquilani ha ballato al Cica Cica Bum. Intanto una malattia, 18 anni fa, lo colpiva. Ma lui la batteva, come un leone. E promuove L’Aquila per la Vita, onlus e punto di riferimento per l’assistenza ai malati oncologici. Poi la presidenza del Comitato regionale rugby, l’esperienza della Gran Sasso Rugby, fino alla promozione in Serie A. Nel mezzo, il terremoto del 2009. Il resto è il presente: tre anni fa ha rilevato assieme ad altri appassionati della palla ovale L’Aquila Rugby Club, consentendo non senza problemi tre stagioni sportive, di cui due in Eccellenza e una in Serie A. Mauro era così: anche quando l’evidenza lasciava intendere il contrario, si è sempre spinto oltre a dire “si può fare”».
©RIPRODUZIONE RISERVATA