L’Aquila, Cialente lascia e attacca il governo “Io non torno indietro, ora si dimetta Trigilia”

Il sindaco, nonostante le telefonate di Letta, Emiliano, Legnini e D’Alfonso, non torna indietro: nomina Leoni vice sindaco e formalizza le dimissioni. “Spero che il mio sacrificio serva alla riscossa della città. Serve subito il miliardo necessario per la ricostruzione”
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L'AQUILA. Dimissioni del ministro Carlo Trigilia e fondi immediati per la ricostruzione. Questo chiede il sindaco Massimo Cialente che questa mattina è apparso a sorpresa davanti alla sede del comune a Villa Gioia, mentre nella sala consiliare si teneva la riunione dei partiti di maggioranza per decidere il da farsi dopo le sue dimissioni. "E' stata una notte tranquilla", ha detto, "ma oggi spero sia un giorno di riscossa". Poi dà dei consigli ai colleghi in riunione: "Oggi si può fare solo una cosa per dare un senso a questo sacrificio personale: fare un'immediata richiesta di incontro con il presidente del consiglio Enrico Letta da parte di tutto il consiglio comunale, affiancato dai segretari politici locali e magari dai cittadini, chiedere il miliardo e duecento milioni necessari per la ricostruzione (se li otteniamo è la città che avrà vinto) e poi le dimissioni di Trigilia". Per quanto riguarda la sua decisione, ha ribadito che “io ho chiuso, non torno indietro, perché sarò sempre un ostacolo per la ricostruzione".

Prima la nomina di Leoni a vicesindaco, poi le dimissioni diventano ufficiali. Cialente quindi non pensa a ripensamenti e ha subito firmato gli atti ufficiali. Ieri sera, in una riunione di Giunta svoltasi in casa di Cialente, l'assessore alla Cultura Betti Leone (Sel) è stata nominata vicesindaco al posto di Roberto Riga, dimessosi perché indagato nell'inchiesta. Oggi al termine di una riunione con il segretario generale del Comune, ha firmato il documento con cui ufficialmente presenta le dimissioni, annunciate ieri in una lunga conferenza stampa dopo l’inchiesta della Procura su presunte tangenti nella ricostruzione, indagini che per la prima volta coinvolgono direttamente il Comune, anche se il primo cittadino non è coinvolto. Cialente doveva anche firmare alcuni atti relativi alle aziende municipalizzate. La Giunta di centrosinistra andrà avanti fino all'arrivo del commissario prefettizio. Entro venti giorni Cialente, al suo secondo mandato e da circa sette anni alla guida del capoluogo abruzzese, potrebbe tecnicamente ritirare la rinuncia, eventualità però remota alla luce della sua dura presa di posizione.

Telefonate da Letta, Errani e Barca, ma Cialente non torna indietro. Che non ci sia nessuno spiraglio per ripensamenti, dopo l'annuncio delle dimissioni motivato da «un clima cambiato, a partire dal rapporto molto difficile con il governo e gli attacchi di alcuni media alla mia famiglia, una situazione dannosa per la città», sembra confermarlo anche le risposte che Cialente ha dato alle tante telefonate che lo hanno invitato a non lasciare. A chiamarlo è stato l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. E ancora, il governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, l'ex ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, che fu inviato del governo Monti nella gestione della ricostruzione, e gli abruzzesi Giovanni Legnini (Pd), sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Luciano D'Alfonso, già sindaco di Pescara e possibile candidato alla presidenza della Regione Abruzzo per il centrosinistra. Ma già in conferenza stampa Cialente era stato chiaro: «Neanche se Matteo Renzi ed Enrico Letta me lo dovessero chiedere tornerò indietro!».

Ed è già campagna elettorale, Brunetta: ci candidiamo a guidare il Comune. Del resto la campagna elettorale è di fatto già partita. “Noi ci candideremo a L’Aquila, noi ci candideremo a governare il Comune caduto a causa di tangenti», ha dichiarato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, intervistato da SkyTg24. «A L’Aquila c’è la caduta di un Comune, che è stato oggetto di un terremoto assieme ad un pezzo importante dell’ Abruzzo, ed è successo di tutto su quella vicenda, adesso scopriamo tangenti a sinistra. Noi ci candideremo a governare la rinascita dell’Aquila».

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