L'Aquila, Confindustria attacca per la mancata ricostruzione

Ritardi e mancati pagamenti alle ditte, le categorie produttive a confronto aprono la «vertenza del cratere sismico»

L'AQUILA. Il mondo produttivo aquilano apre la «vertenza del cratere sismico». E chiama a raccolta associazioni di categoria e ordini professionali, intorno a un progetto comune che sia di stimolo alla politica e ai tavoli istituzionali «che, a quattro anni dal sisma, non sono riusciti a far decollare la ricostruzione». Una riunione tecnica, quella che si è svolta in Confindustria, all’Aquila, da cui sono emerse le priorità del territorio e delle imprese.

«Si avverte con forza l’esigenza di mettere insieme le forze economiche, produttive e professionali per porre l’accento sulla vertenza del cratere», spiega Ezio Rainaldi, consigliere di Confindustria con delega alla ricostruzione. «Abbiamo toccato il fondo, con una crisi economica, che attanaglia il tessuto produttivo locale, senza precedenti. Le aziende del cratere sono con l’acqua alla gola, oberate dai debiti e dalla mancanza di lavoro, costrette a mettere i dipendenti in cassa integrazione in quello che, a torto, è stato definito il più grande cantiere d’Europa».

Ma di quell'ingranaggio che avrebbe dovuto portare benessere e crescita economica, secondo Confindustria, non c’è traccia. «Le imprese hanno acquisito i lavori solo sulla carta», fa notare Rainaldi. «I cantieri partono in ritardo, i tempi per approvare i progetti sono molto lunghi e, a intervento ultimato, le aziende devono attendere mesi per ottenere il pagamento delle spettanze. Il contributo diretto non farà che peggiorare la situazione e le forme alternative con le banche non ci convincono».

Un deficit normativo e funzionale attribuibile, secondo le valutazioni delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, alla scarsa incisività della politica. Ma la «vertenza del cratere sismico» vuol essere soprattutto propositiva. Le priorità indicate sono restituzione delle tasse, sblocco dei pagamenti, incremento delle risorse per la ricostruzione e una maggiore efficienza del sistema della pubblica amministrazione. «Quello delle tasse è un nodo cruciale», incalza Rainaldi. «Se passerà la linea della restituzione totale dei contributi sospesi dopo il sisma il tracollo dell’economia sarà totale e senza ritorno. Le imprese aquilane non sono in grado di sostenere un peso economico così marcato, ma occorre anche una velocizzazione nei pagamenti dei lavori effettuati perché le aziende necessitano di liquidità per pagare i lavoratori. Quanto alle risorse disponibili per il cratere, va fatto notare che i 2 miliardi stanziati si riducono a poco più di 800 milioni, visto che buona parte della somma prevista servirà a pagare i lavori già eseguiti o verrà riversata su altri capitoli di spesa. Infine, il sistema della pubblica amministrazione, che sul capitolo della ricostruzione ha mostrato una totale inefficienza. Il riferimento è, in particolare, ai Comuni, alla Provincia e al Genio civile, che continuano ad accumulare ritardi nella valutazione e nell’approvazione delle pratiche, tirando il freno alla ricostruzione».

Una piattaforma rivendicativa ben definita intorno a cui costruire la «vertenza del cratere» «per ottenere il massimo della convergenza delle forze produttive del territorio. Una battaglia comune», la definisce Rainaldi, che calca la mano sulla necessità «di dare lavoro alle ditte locali, per incrementare l’occupazione. Centinaia di ditte continuano a far ricorso alla cassa integrazione. Sbloccare subito i pagamenti e far decollare la ricostruzione: argomenti di cui chiederemo conto ai nostri amministratori, se necessario alzando il tono della protesta».

Monica Pelliccione

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