L'Aquila, corteo antagonista: cinque condanne

Secondo l'accusa, durante la manifestazione contro il carcere duro, che si tenne nel luglio del 2011 davanti alle Costarelle dove è rinchiusa Nadia Desdemona Lioce, ci furono slogan offensivi verso i carabinieri di Nassiriya, gli agenti della Digos e le istituzioni

L’AQUILA. Il 18 giugno del 2011 ci fu una manifestazione contro il carcere duro, organizzato dalla Sinistra antagonista, che si tenne davanti alle Costarelle dove è rinchiusa la brigatista rossa ergastolana Nadia Desdemona Lioce. Una manifestazione che vide la partecipazione di circa duecento persone. Ci fu un corteo che arrivò fino al carcere delle Costarelle, a Preturo, dove molti dimostranti si lasciarono andare a slogan contro gli stessi agenti della Digos che si stavano occupando dell’ordine pubblico ma soprattutto inneggiarono alla strage di Nassiriya offendendo i carabinieri morti in quella circostanza.

Ieri, pertanto, si è tenuto il processo a carico di cinque persone accusate del reato di offese a un Corpo amministrativo, politico e giudiziario. Gli imputati sono stati condannati alla multa di 2mila euro anche se nel corso del processo il pm Stefano Gallo aveva invocato una sanzione doppia rispetto a quella poi inflitta dal giudice unico Giuseppe Nicola Grieco. I condannati sono tutti giovani. Si tratta dei veneti Gianluca Gallo e Mauro Ronzani e di Patrizio Pietralunga, Fabrizio Sante Antonini, Angelo Liberati tutti romani.

Prima della sentenza, arrivata nel primo pomeriggio, in aula è stato visionato un filmato lungo venti minuti e realizzato dalla polizia, cosa che ha permesso alle parti, e soprattutto al giudice, di rendersi conto di come fossero andati i fatti anche perché le riprese avevano l’audio ed è stato possibile attribuire agli imputati alcune delle frasi offensive. Naturalmente anche altri gridarono slogan offensivi ma non è stato possibile fare contestazioni in quanto difficilmente riconoscibili per via dei volti coperti da veli e cappucci. Del resto la maggioranza dei manifestanti era formata da gente che veniva da altre regioni; per cui, per individuarli, sono stati inviati i filmati alle altre questure e da lì sono arrivate le informative con le identificazioni. Queste complesse operazioni non sono state sufficienti a indagare tutti coloro che effettivamente pronunciarono frasi irriguardose. Comunque si trattò di una manifestazione carica di tensione e anche alcuni reporter furono insultati. Del resto si trattò di una manifestazione che prendeva spunto da un’ iniziativa analoga avvenuta in città nel 2007 con le stesse finalità ma molto più partecipata.

Nel processo il difensore degli accusati ha sostenuto l’assenza del reato che si sostanzierebbe solo durante manifestazioni ufficiali come, per esempio, in occasione di un concerto della banda della Polizia. Il giudice è stato di diverso avviso.

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