Un'udienza del processo alla commissione Grandi Rischi

L'Aquila, Grandi rischi: il governo rivuole i soldi dati ai familiari delle vittime del sisma

Il tribunale condannò la commissione a pagare una provvisionale di 8 milioni di euro, sentenza ribaltata in Appello e in Cassazione. Ora i parenti sono stati citati all'udienza civile del 24 luglio

L'AQUILA. Quel risarcimento non è dovuto. Con una citazione di quattro pagine, la Presidenza del consiglio dei ministri ha richiesto indietro i soldi ai familiari delle vittime del terremoto dell'Aquila. Al dolore per le morti si aggiunge così la beffa. La grande beffa. Alle assoluzione dei componenti della commissione grandi rischi, che in primo grado erano stati condannati, si aggiunge anche l'idignazione. La commissione gradi rischi era stata condannata, in primo grado, perchè il giudice riconobbe un nesso di causa tra la mancata informazione del rischio e le morti di 309 persone. Che evidentemente si fidarono di quella rassicurazione. In secondo grado, però, quel nesso è caduto perché, in parole semplici, la riunione che finì con l'incauta rassicurazione era stata solo informale. Non si trattava cioè di una vera e propria riunione della commissione. Così la cifra che, al termine del processo di primo grado, venne stabilita come provvisionale, parliamo di oltre 8 milioni di euro, non è più dovuta. La somma venne liquidata ai familiari nel 2013, dopo che il tribunale dell'Aquila aveva dichiarato la provvisionale immediatamente esecutiva. Ma le due sentenze successive, prima della Corte d'appello e poi della Cassazione, ribaltando il verdetto e assolvendo tutti gli imputati, tranne uno, ha azzerato l'anticipo dei risarcimenti. Il primo atto della beffa si è consumato nel 2016 quando la Presidenza del consiglio dei ministri, che al processo alla commissione grandi rischi si era costituita come responsabile civile, ha messo in mora i parenti delle vittime chiedendo loro di restituire le provvisionali percepite. Ed oggi, a distanza di mesi da quella richiesta che non ha avuto esito, sempre la Presidenza del consiglio dei ministri ha citato civilmente i parenti del morti dell'Aquila, portandoli in tribunale per riavere indietro gli 8 milioni. Quei parenti che oggi si indignano e si praparano a una nuova lunga battaglia legale, per l'udienza già fissata per il 24 luglio al tribunale civile dell'Aquila.