L'Aquila, i fondi per la ricostruzione escono dallo Sblocca Italia

Protestano Sel e il M5S: “E’ un decreto anti Abruzzo”. Ma il Pd rassicura: "I soldi verranno fuori"

L’AQUILA. La commissione Bilancio della Camera boccia gli emendamenti sulla ricostruzione post sisma all'Aquila, inseriti in un emendamento alla legge di conversione del decreto Sblocca Italia. La motivazione è che non ci sarebbe la copertura finanziaria necessaria. Immediate le reazioni dei parlamentari abruzzesi, in primis i deputati del Movimento 5 stelle, Gianluca Vacca, e di Sel, Gianni Melilla. Ma il Pd frena e, attraverso la senatrice Stefania Pezzopane e il deputato Antonio Castricone, assicura: "Confermati i 250 milioni per l'Aquila gli emendamenti bocciati riguardano cose come il trasferimento dei rifiuti e quell'1% di risorse da destinare al personale".

LA POLEMICA DI SEL E M5S. «Gli emendamenti approvati in Commissione Ambiente sono stati cassati dalla stessa maggioranza: ormai non è più un decreto Sfascia Italia ma anche Anti Abruzzo», ha detto per primo il pentastellato Gianluca Vacca. Secondo il grillino Vacca «i sospetti sulle mancate coperture per gli emendamenti potrebbero essere anche legittimi, ma questo dimostra il pressappochismo e l’incapacità dei deputati Pd. La verità è che, come nel caso delle trivelle e del Parco della Costa Teatina, il Pd abbandona l'Abruzzo, anzi lo affonda».
«È un fatto grave che testimonia una disattenzione nei confronti dei problemi della ricostruzione dell'Aquila e del lavoro difficile dei 56 comuni del cratere, a partire dal capoluogo abruzzese», incalza il deputato di Sel Gianni Melilla , «se si aggiunge la gravissima scelta della proposta di legge di stabilità del Governo Renzi che, per la prima volta dal 2009, non prevede stanziamenti per l'annualità 2015 per la ricostruzione, a fronte di una necessità di almeno 600 milioni, ci si rende conto di come siamo arrivati a una situazione allarmante e inaccettabile per l'Abruzzo e per L'Aquila». «In Commissione Ambiente Territorio e Lavori pubblici - spiega il deputato abruzzese Melilla - erano stati presentati emendamenti corposi relativi, per esempio, allo smaltimento delle macerie, all'istituzione di un fondo dell'1% per i Comuni. Lo stesso Governo, che in Commissione Ambiente aveva approvato gli emendamenti, in Commissione Bilancio ha detto che non ci sono soldi. Ora il testo tornerà in Commissione Ambiente per la stesura, ma senza l'articolo 4 comma 8, L'Aquila ormai è cassata. In aula andrà un testo su cui il governo chiederà la fiducia».

LA REPLICA DEL PD. A rispondere alle accuse di Vacca e Melilla è prima Antonio Castricone, seguito dalla senatrice Pezzopane. «Gli unici rilievi posti dalla Ragioneria dello Stato riguardavano parte dell'emendamento relativi alla riorganizzazione normativa sulla ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del cratere sismico, in particolare sulla rimozione delle macerie e sul personale degli uffici preposti alla ricostruzione - spiega Castricone - Vista la complessità della materia e la necessità di mettere ordine, da un punto di vista normativo e di risorse, su una materia di primaria importanza per l'Abruzzo, dico fin da ora che ripresenteremo le nostre istanze anche nella
legge di stabilità e con idonee iniziative legislative». Identico il pensiero di Stefania Pezzopane: «Lo sappiamo tutti che L'Aquila è una battaglia politica, ma nello Sblocca Italia sono rimasti i 250 milioni. È stata bocciata solo la parte finale di quell'emendamento, ed era una riproposizione, un ulteriore tentativo dopo precedenti stop. Forse
l'opposizione poteva lavorare meglio in Commissione Bilancio».

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