L’Aquila, il giorno di Marchionne/ Foto

L’Ad Fiat nella sede del Consiglio regionale per la consegna della medaglia Aprutium. «Felicissimo della fiducia al Governo Letta», ha commentato. Poi, ha parlato di Fiat: «Non è più un’azienda degli anni ’60»

Una cerimonia solenne per conferire a Sergio Marchionne, amministratiore delegato Fiat, di origini teatine, la medaglia Aprutium, che ogni anno viene data agli abruzzesi  «che con la loro attività hanno onorato la Terra d'Abruzzo e che, in Italia e nel mondo, si sono distinti nel campo delle professioni, delle arti e delle scienze». Per Marchionne la visita all'Aquila è stata anche l'occasione per parlare di Fiat, di mercato dell'auto e della situazione politica. «Sono felicissimo della fiducia al governo Letta. Perché all'Italia serve stabilità anche per recuperare credibilità a livello internazionale», ha detto al Presidente Chiodi.
Poi ha aggiunto: «Oltre ai maglioni neri mi caratterizza il parlare chiaro: ci sono ancora tanti pregiudizi sulla Fiat, che è vista come azienda assistita dallo Stato, come un’azienda degli anni sessanta. Il nostro cambiamento è stato così veloce che ha aumentato le distanze, alcuni pensano ancora a mamma Fiat. La Fiat di oggi ha imparato ad accettare le incertezze e gli stimoli associati alla competizione, ha imparato ad adeguare le proprie strategie ai venti del mercato, è in grado di reagire ad una crisi senza lasciarsi sopraffare. La strategia basata sui marchi premium ci permetterà di avviare nuove produzioni nei nostri stabilimenti italiani, destinate a servire i mercati di tutto il mondo». Si tratta, ha aggiunto, «di un atto di coraggio contro il declino».
L'assemblea ha osservato un minuto di raccoglimento dopo l'inno nazionale per il drammatico naufragio di Lampedusa.

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