L'Aquila, il preside denuncia: "Facoltà di Lettere a rischio"

Lo sfogo di Giannino Di Tommaso (foto) dopo la notizia sulla disattivazione della mensa per gli studenti di Bazzano

L'AQUILA. «La stessa politica miope che sta portando allo sbando la città rischia di portare alla chiusura la facoltà di Lettere e filosofia». È deluso e arrabbiato il preside Giannino Di Tommaso all'indomani della notizia che, a partire da oggi, verrà disattivata la mensa per gli studenti di Bazzano. Il che finisce per aggravare ulteriormente i disagi di carattere logistico di questa facoltà.

«A maggio», racconta il preside, «ho ricevuto nel mio studio il commissario straordinario dell'Adsu (Azienda per il diritto agli studi universitari) Francesco D'Ascanio e il direttore amministrativo dell'ateneo che mi prospettavano la possibilità di chiudere la mensa già allora, perché non era economicamente redditizia. «Ho detto loro che tanto sarebbe valso chiudere direttamente la facoltà, per evitare agonie. I ragazzi di Lettere, infatti, sono costretti a far lezione in una zona industriale, lontani dai colleghi di tutto l'ateneo, con collegamenti insufficienti. Questo mi sembrava l'ultimo passo verso lo sfacelo. Spiegata la situazione, anche loro si sono detti convinti della necessità di far restare attiva l'unica mensa in zona».

Secondo gli accordi, infatti, sarebbe stato possibile utilizzare gli utili derivanti da altre mense per ripianare il deficit della struttura di Bazzano. «Ero per questo tranquillo, avendo anche l'assicurazione del commissario Adsu», continua Di Tommaso. «Pensavo che le parole contassero, ma evidentemente non è così. La settimana scorsa ho scritto una mail a D'Ascanio a cui non ho mai ricevuto risposta. Poi ho chiamato e mi è stato detto che la gestione complessiva della mensa non era positiva. Mi è stato però assicurato anche che sarebbero state valutate altre soluzioni. Poi è arrivata la sorpresa, senza nessuna comunicazione ufficiale». Un chiaro segnale, per il preside, del fatto che le facoltà umanistiche non hanno alcun rilievo all'interno dell'ateneo.

«Abbiamo già dovuto chiudere un corso di laurea magistrale. Se al ridimensionamento che ci chiedono a livello nazionale si aggiunge una politica locale del tutto inefficace, l'unica soluzione sembrerebbe essere quella di andare tutti a casa. Basti guardare la tanto pubblicizzata nuova sede del San Salvatore: dovrebbe essere pronta da anni ma di fatto ancora è inaccessibile. Evidentemente non si comprende il ruolo importante di una facoltà come la nostra».

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