L'Aquila, l'Europa vuole le tasse del sisma

Sono 120 le aziende che rischiano di restituirle, coinvolte Dompé e Guizza. Bruxelles nomina un commissario e chiede 15 milioni di euro

L'AQUILA. Sono 120 le imprese aquilane che rischiano la restituzione totale delle tasse, sospese dopo il sisma del 2009. Una partita da oltre 15 milioni di euro. La Comunità Europea, che a ottobre 2012 ha formalmente aperto una procedura di infrazione nei confronti del governo, equiparando le agevolazioni fiscali post-sisma ad “aiuti di Stato” e paventando una concorrenza sleale sui mercati, a vantaggio delle imprese aquilane, ha nominato il commissario ad acta, che avrà il compito di valutare la posizione delle singole aziende che hanno usufruito delle agevolazioni. E richiedere, eventualmente, la restituzione di parte delle tasse sospese. Il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, ha convocato in tutta fretta, per questa mattina alle 11,30, all'auditorium di palazzo Silone, il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, e i sindaci del cratere, le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e i responsabili della Camera di commercio dell'Aquila, che ha seguito tecnicamente il procedimento. La parola d'ordine è: «Limitare i danni». L'obbligo di restituzione delle tasse – ed è questo lo spettro da scongiurare – potrebbe portare alla chiusura di decine di imprese. Decine e decine le riunioni convocate, nei mesi scorsi, dalla Regione, che ha supportato politicamente il percorso di salvaguardia delle aziende a rischio restituzione. L'aspetto tecnico, con il ricorso al Tar contro il provvedimento sanzionatorio, è stato invece curato dalla Camera di commercio in collaborazione con l'Ordine dei commercialisti.

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