L'Aquila, la Procura indaga sul villaggio Map dei vigili del fuoco

Nel mirino l’assegnazione di 24 abitazioni realizzate con i fondi della Protezione civile e il mancato pagamento delle bollette

L’AQUILA. Una bufera giudiziaria rischia di abbattersi sul Villaggio dei vigili del fuoco, realizzato nel post-sisma in viale Panella. Due denunce, dalle accuse piuttosto pesanti, anche se tutte da provare, sono al vaglio, ormai da un paio di mesi, della Procura della Repubblica e dei magistrati della Corte dei conti. In esse si mette in seria discussione la trasparenza della gestione di questo complesso abitativo realizzato con fondi della Protezione civile. Le indagini chiariranno se si ha a che fare con l’ennesimo scandalo post-sisma con sperpero di soldi dello Stato o se tutto rientra nella legalità. Si tratta di 24 Moduli abitativi provvisori (Map) che furono realizzati per accogliere le famiglie di alcuni vigili del fuoco rimasti senza casa dopo il sisma del 2009 e che erano in servizio nel capoluogo di regione.
LA DENUNCIA. Le contestazioni del documento consegnato ai magistrati sono molto chiare: secondo i denuncianti, alcuni di questi alloggi sono occupati da persone che, adesso, non hanno più titolo. E analoghe perplessità si nutrono rispetto al pagamento delle utenze di ciascuna unità abitativa. In sostanza, ci sarebbero persone cui da tempo sono state riconsegnate le case ristrutturate, ma continuano ad alloggiare lì, o che hanno permesso ai parenti di risiedere lì senza titolo. Ma ci sarebbero anche persone che hanno fatto dei lavori di dubbia legittimità in queste strutture.
CAOS UTENZE. Ci sono interrogativi e dubbi sulla ripartizione del pagamento delle utenze. Si tratta, con il passare degli anni, di somme davvero da capogiro. Si ipotizza che siano pagate direttamente dal Comando provinciale, mentre, secondo le due denunce, dovrebbero inevitabilmente essere a carico di chi vi abita.
MALUMORI. Questo caotico groviglio gestionale è stato più volte segnalato dagli stessi vigili del fuoco ai loro vertici, ma i vari responsabili che si sono avvicendati in questi anni, pur promettendo che sarebbe stata fatta chiarezza, non sarebbero riusciti a sbrogliare la matassa. E proprio questa mancanza di soluzioni, che ha generato fortissimi malumori tra gli stessi pompieri, è stata la causa che ha indotto alcuni di loro a chiamare in causa la magistratura penale e contabile. Nella denuncia si chiede, inoltre, di essere informati in caso di richiesta di archiviazione per potersi eventualmente opporre.
LE ASSEGNAZIONI. Nel mirino ci sono anche i criteri di assegnazione dei Map. Va comunque ricordato che il regolamento era chiaro e prevedeva alcuni requisiti che davano punteggi: per accedere alla graduatoria era necessario avere una casa inagibile e comunque non possedere immobili abitativi fino a 50 chilometri, oltre a essere in servizio all’Aquila. Anche lo stato di famiglia era tenuto in considerazione e dava un punto per ogni componente. Alla fine venne redatta una graduatoria.
IL VILLAGGIO. La struttura, come detto, fu realizzata nel post-terremoto, dopo costose opere di urbanizzazione, attraverso due fasi. Inizialmente furono realizzate una ventina di tende di prima accoglienza. Poi, però, anche in previsione dell’arrivo della stagione fredda, le tende furono smantellate e vennero montati i Moduli abitativi provvisori ora finiti nel ciclone.
NUOVA CASERMA. Al di là dell’esposto, i vigili del fuoco, che sono impegnati su più fronti e con poco personale, sono stanchi di aspettare l’avvio dei lavori nella nuova caserma. Attesa imputabile a una gara d’appalto perlomeno tormentata. Ma, purtroppo, non la vedranno pronta prima di alcuni anni, visto che i soli tempi tecnici di realizzazione sono di 730 giorni. Sembra assurdo che una struttura tanto strategica non sia ancora stata realizzata a otto anni dalla catastrofe del 6 aprile.
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