L'Aquila, Lombardo indagato per evasione fiscale

Sotto accusa insieme all’ex presidente di Confartigianato anche Pio Fulvi, ex rappresentante legale dell’organizzazione

L’AQUILA. Un’inchiesta su presunte irregolarità nei bilanci di Confartigianato provinciale ha portato all’emissione di un’informazione di garanzia a carico dell’ex presidente Luigi Lombardo e dell’ex rappresentante legale della medesima organizzazione, Pio Fulvi, per omesso versamento di 70 mila euro per imposte dirette e indirette. Ieri mattina, infatti, la Guardia di Finanza si è presentata nella sede di Confartigianato prelevando la contabilità degli anni dal 2009 al 2011. L’indagine dunque, è molto complessa. Successivamente le Fiamme Gialle hanno effettuato delle perquisizioni domiciliari nelle abitazioni dei sospettati. Quando i finanzieri sono giunti nella sede di Confartigianato gli stessi revisori dei conti, su iniziativa della dirigenza, si sono messi a disposizione degli uomini in divisa per aiutarli a prelevare la documentazione che a loro interessava.

Si è trattato, comunque, di una permanenza molto lunga anche se non ci sono stati interrogatori per sommarie informazioni da parte dei dirigenti di Confartigianato che ha sede in via Beato Cesidio. Ai due sospettati sono stati recapitati avvisi di garanzia quali atti di fine indagine ma si tratta di una vicenda giudiziaria che si presume essere molto complessa e lunga.

Va anche precisato che Lombardo è stato alla guida di Confartigianato per quasi venti anni. Ne è stato escluso, e questo ha portato anche alle dimissioni da altri incarichi che egli aveva, anche all’interno della Camera di commercio, per via di una sentenza passata in giudicato dopo una decisione della Corte di Cassazione preceduta da un’assoluzione in tribunale e la condanna in appello poi confermata.

«Da diverso tempo», afferma il nuovo presidente di Confartigianato, Angelo Taffo, «stavamo esaminando i nostri bilanci con i nostri revisori. Vuol dire che adesso questo lavoro lo faranno i militari della Finanza». Taffo non fa cifre ma secondo quanto si è appreso i conti non tornano per parecchi soldi. «Il fatto è», spiega Taffo, «che ogni tanto spuntano spese, anche di un certo rilievo, circa le quali non sappiamo ancora se sono state fatte nell’interesse dell’organizzazione artigiana o se si tratta di movimenti di denaro sui quali occorre far luce. Comunque, se sarà giusto farlo», aggiunge, «al momento opportuno ci costituiremo parte civile. Fatto sta che ora, al posto di lavorare per fare gli interessi degli artigiani, sono impegnato in questa imprevista vicenda». Nel corso dell’inchiesta i sospettati sono assistiti dall’avvocato Vincenzo Calderoni.

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