il processo

L'Aquila, maltrattamenti a scuola, professore assolto

Scagionato dal giudice un ex docente dell’istituto Muzi accusato di avere scritto “asino” sulla fronte di un alunno

L’AQUILA. Le contestazioni erano pesantissime, ma le prove a suo carico sono sembrate contraddittorie e poggiate su dichiarazioni frutto di risentimenti da parte di tre alunni dallo scarso profitto di una classe non certo modello. Ecco perché, a quasi sei anni dai fatti, il giudice Giuseppe Grieco ha assolto il professor Fiore Eusani, di Prata d’Ansidonia, ora in pensione, ma all’epoca docente dell’Istituto d’arte “Muzi”. Le accuse, cadute con la “formula dubitativa” (l’ex insufficienza di prove), erano un campionario niente male per un educatore: il docente, secondo il pm, avrebbe adoperato termini offensivi verso gli alunni quali «matti, deficienti», o anche «mi avete rotto...» oppure «testa di ...». C’era poi l’accusa di avere strappato, dinanzi a tutta la classe, i compiti svolti dagli studenti in modo ritenuto errato. Ci sarebbero state anche delle violenze fisiche: avrebbe preso per i capelli un’allieva, tirandoli con violenza fino a farla cadere a terra. Avrebbe poi afferrato per un orecchio un alunno trascinandolo verso di sé e dicendogli «la devi piantare». Infine il docente era accusato di avere scritto sulla fronte di uno studente che aveva sbagliato un compito la parola “asino”. Nel dibattimento non è stato provato nulla di ciò, come avrebbero voluto le parti civili e il pm onorario Rita Di Gennaro, che aveva chiesto un anno e otto mesi di reclusione.

Le arringhe degli avvocati Danilo Iannarelli e Antonello Carbonara hanno demolito la credibilità dei tre ragazzi che avevano inguaiato il professore. «Possibile», hanno detto i due legali, «che dei cento alunni che Eusani aveva nelle varie classi solo tre abbiano sostenuto accuse tanto infamanti? Gli stessi alunni oggetto delle presunte vessazioni, hanno escluso atteggiamenti violenti».

«La verità», ha detto Carbonara, «è che questi alunni ostili al docente hanno raccontato agli investigatori un sacco di balle. Non esiste una sola prova di quanto asserito. La stessa bidella che stazionava davanti alla porta, sempre aperta, di quella classe durante le lezioni di Eusani, ha escluso questi episodi».

Ma Carbonara è stato anche più pesante: «Dietro questa indagine esiste la regìa occulta di due genitori degli alunni», facendo anche i nomi e precisando che operano nelle forze dell’ordine. Carbonara ha poi affermato che, a fronte di una classe da “Bronx”, tenere un atteggiamento rigoroso era il minimo per avere il rispetto dovuto a un docente di vecchio stampo. Tra sessanta giorni Grieco depositerà le motivazioni e si vedrà se la Procura farà appello.

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