L'Aquila, mancata proroga dei ticket sanità Farmacie nel caos, ci si aiuta col fai-da-te

Mancata ricostruzione e mancato rinnovo delle agevolazione. Nella zona del cratere sismico è scaduto il periodo di esenzione per medicinali e visite. Ma manca la nota ufficiale per il ritorno al pagamento e i farmacisti aiutano la gente dando i farmaci gratis

L'AQUILA. Medici e farmacie nel caos. E pazienti pure. «Il T09 è finito», ha tuonato ieri il presidente della Regione Gianni Chiodi mettendo una croce su farmaci e visite gratuite. Ma in attesa del provvedimento ufficiale di ripresa dei pagamenti prosegue l'esenzione fai-da-te.

Il caos. Quello dei ticket sanitari è solo uno spaccato della grande confusione che regna in città, e nei centri del cratere sismico, attorno alla fine dei benefìci fiscali. Se il manager dell'Asl aquilana Giancarlo Silveri dice che per la fine dell'esenzione T09 «non è stata indicata una data precisa», le parole del commissario Chiodi sono state chiare: «La sospensione deve finire». Intanto, in mancanza di comunicazioni, ieri alcuni medici hanno continuato a inserire, nelle ricette, il codice dell'esenzione-terremoto. Altri, invece, hanno indicato i vecchi codici delle invalidità per i pazienti che rientrano in questa categoria. E in farmacia? Fino a ieri sono state accettate ricette con l'esenzione e, quindi, distribuiti farmaci gratis. Sarà così fino a nuovo ordine.

L'allarme. «Per l'Agenzia delle Entrate, le aziende soggette agli studi di settore devono fare l'adempimento entro il 6 luglio». A lanciare l'allarme è il tributarista Luigi Fabiani. «Le aziende che, non senza difficoltà, hanno presentato la rendicontazione 2008 entro fine giugno», spiega Fabiani, «hanno tre giorni per mettersi in regola. Ma, a questo punto, non si sa come rendicontare i fabbricati distrutti. Non abbiamo certezza di nulla. In più, l'Agenzia ha fissato un incontro coi rappresentanti di categoria per il 6 luglio, col rischio che tutti diventino inadempienti». Il tributarista si chiede cosa succederà all'Aquila a fronte di mille, duemila o cinquemila ditte inadempienti. Come si comporterà l'Agenzia «con i controlli o con 5mila ricorsi?». Quanto ai mutui, «l'ultimo accordo Abi-commissario», spiega Alfonso Salvatore, componente del presidio di piazza Duomo, «è addirittura peggiorativo rispetto al provvedimento di Tremonti».

Stop ai mutui. Il commissario Gianni Chiodi e il comitato esecutivo dell'Abi confermano che «per prorogare il congelamento del pagamento delle rate di mutuo e di finanziamento per famiglie e imprenditori nelle aree colpite, l'accordo del 25 giugno era necessario e indispensabile in quanto le misure previste nel Piano famiglia e nell'avviso comune tra Abi e ministero dell'Economia, non erano di per sé sufficienti a far scattare i benefìci. Infatti, tali piani escludono chi ha già usufruito di agevolazioni statali o di meccanismi di sospensione privati o pubblici. Se il sistema bancario non avesse varato le misure gli aquilani non avrebbero potuto usufruire delle iniziative avviate in ambito nazionale. L'Abi è intervenuta adeguando le iniziative nazionali per far fronte alle esigenze specifiche della popolazione colpita dal sisma in vista della scadenza, 30 giugno, della proroga per la sospensione del pagamento di mutui e finanziamenti in essere al 6 aprile 2009 e il permanere di una situazione di difficoltà per la clientela. Per le aziende del cratere, l'accordo commissario-Abi amplia la platea dei beneficiari includendo anche le grandi aziende».

Tutti a Roma. Associazioni, partiti, imprenditori, categorie produttive, Comuni e cittadini che hanno già prenotato 15 pullman, in aggiunta a quelli messi a disposizione da ogni singola organizzazione. È già scattato il conto alla rovescia in vista del grande esodo di mercoledì 7 luglio a Roma, dove gli aquilani ribadiranno le loro richieste: proroga delle agevolazioni fiscali, certezza sui fondi della ricostruzione e zona franca «vera». Il tutto garantito con una legge specifica che preveda anche una tassa di scopo o un contributo di solidarietà. I manifestanti si ritroveranno alle 10 in piazza Venezia per arrivare a piedi a Montecitorio dove ci sarà un presidio. Nel pomeriggio il sit-in si sposta in piazza Navona, vicino al Senato, dove la manovra sarà in discussione.

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