L'Aquila, manifesti osè per trovare clienti

L'affissione pubblicitaria di un ristorante contestata dalle associazioni Casa delle donne dell’Aquila

L’AQUILA. «Le donne, quando sono frustrate, tirano fuori il peggio di se stesse». Gabriella Luzi, titolare dell’azienda “Antichi sapori”, che produce pasta fresca, è sconvolta dal clamore che l’ha travolta. Colpa di un cartellone pubblicitario, rimosso tra l’altro due giorni fa alla scadenza del contratto con l’agenzia di riferimento, che ritrae un’avvenente ragazza bruna, seminuda e coperta solo da un velo. Accanto, lo slogan: “La pasta....più bona che c’è!”. È bastato tanto a far gridare allo scandalo, con una mobilitazione generale che ha varcato i confini regionali.

Gabriella, insieme alla socia Loredana, ha ricevuto telefonate di protesta da Roma, Pordenone, Como, Milano, Arezzo da associazioni e gruppi di femministe infuriate. A chiedere al Comune la rimozione dei cartelloni pubblicitari contenenti immagini di donne nude o giù di lì, anche le Associazioni della Casa delle donne dell’Aquila che fanno riferimento alla pubblicità di “Antichi sapori” e a quella di una trattoria che mette in bella vista una pin-up mentre tiene in mano un piatto di spaghetti. Anche in questo caso il messaggio è allusivo: “Per averti farei di tutto...”. Le associazioni parlano di «sub-cultura sessista e slogan offensivi nei confronti delle donne».

Ma Gabriella, 56 anni, una vita di sacrifici alle spalle, non ci sta: «Ho aperto quest’attività dopo il terremoto, insieme ad un’amica, con grandi sacrifici e senza nessun aiuto. Faccio altri tre lavori umili, pur di alzare ogni mattina la saracinesca del negozio. È assurdo che si punti l’indice contro un cartellone pubblicitario finalizzato solo a richiamare l’attenzione, ma non in modo volgare». E a quanti l’accusano di strumentalizzare la donna, risponde: «Questa pubblicità è un inno alla femminilità, al riscatto della donna. Questo cartellone mi è costato più di una vacanza, per soli quindici giorni di affissione», dice, «lo pagherò a rate, per un anno. Per noi commercianti mantenere aperti i negozi è motivo di orgoglio, in una città che sta morendo e che speriamo possa rivivere. Nessuno si preoccupa dei veri problemi degli esercenti che, quando vanno a letto, pensano solo a come pagare i lavoratori e far fronte alle tante difficoltà».

Gabriella Luzi tiene a sottolineare come «l’azienda utilizzi prodotti di primissima qualità: la ricotta di Pizzoli, la carne nostrana di Capitignano, le uova di allevamento a terra. Puntiamo sulla genuinità e sulle produzioni locali. Quella pubblicità? Un modo per farci notare, senza offendere nessuno. E le pseud-femministe dovrebbero saperlo. Ma la frustrazione, a volte, gioca davvero dei brutti scherzi».(m.p.)

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