L'Aquila, medico diventa massone per fare carriera all'ospedale

Nell'inchiesta sulla presunta tentata truffa coi fondi del sisma attraverso la fondazione vicino alla curia, spunta l'affiliazione massonica dell'imputato Gianfranco Cavaliere: così rientro in quel reparto del San Salvatore

L'AQUILA. Un posto di lavoro nel Dipartimento di Scienze chirurgiche dell'ospedale San Salvatore. Questo l'obiettivo che spinge il medico Gianfranco Cavaliere a entrare nella «Sala dei passi perduti» del tempio massonico della loggia «Guglia d'Abruzzo» di via Aldo Moro per chiedere di far parte della massoneria. A occuparsi di lui è il fratello di un magistrato. Lo ammette lo stesso professionista aquilano, che poi finirà agli arresti domiciliari, insieme al professore romano Fabrizio Traversi, sedicente massone, nell'ambito dell'inchiesta sulla tentata truffa ai danni dello Stato da perpetrarsi attraverso la Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, vicina alla Curia arcivescovile visto che i due vescovi, Molinari e D'Ercole a lungo ne sono stati garanti con ruoli apicali. Nuovi dettagli emergono a una settimana dall'udienza del gup sulla richiesta di processo, formulata dalla Procura, a carico di Fabrizio Traversi, Gianfranco Cavaliere, Silvano Cappelli (sindaco di San Demetrio ne' Vestini), Nicola Ferrigni e monsignor Giovanni D'Ercole, vescovo ausiliare dell'Aquila.

MASSONE PER IL POSTO. E così, dalle migliaia di pagine agli atti dell'inchiesta coordinata dal pm Antonietta Picardi e condotta dai carabinieri del Noe, spunta fuori il capitolo dedicato alla «tegolatura» di Gianfranco Cavaliere. Si tratta del rito con il quale il profano richiede l'ammissione alla loggia. Il medico Cavaliere decide di fare l'«alto passo» solo «dopo essersi consigliato con suo padre (il consigliere comunale Raffaele Tripoli, ndr) circa l'eventualità di aderire o meno». Anche il professor Traversi, che per gli investigatori è il fulcro del meccanismo messo in piedi, secondo l'accusa, per intascare direttamente parte dei 12 milioni di euro messi a disposizione per realizzazioni in ambito sociale dal dipartimento della famiglia dell'allora sottogretario Giovanardi, si dà da fare per introdurre Cavaliere nella loggia aquilana. «Ma che è'sta storia che mi hanno detto che non potete tegolare Gianfranco?», chiede Traversi al massone incaricato di presentarlo. «Acchiappatelo subito e tegolatelo d'urgenza, mi hanno detto che non poteva essere fatto per i casini che ci stanno sulla Fondazione...poi ne parliamo in mezzo alle colonne...».

2 NOVEMBRE. Un ordine, quello di Traversi, eseguito il 2 novembre, giorno dei Morti, nella casa massonica del Grande oriente d'Italia in via Aldo Moro. Cavaliere è entusiasta. «È chiaro che con la massoneria adesso io rientrerò in quel reparto», frase che per gli investigatori è da riferirsi «ad alcune difficoltà finora incontrate ad avere un contratto di lavoro con l'ospedale aquilano». Traversi gli dice che «in sei mesi massimo un anno devi diventare maestro». Per l'accusa, l'appartenenza alla massoneria sarà fatta valere nei confronti del professore Gianfranco Amicucci (persona non coinvolta nell'inchiesta) direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche dell'ospedale «presso il quale Cavaliere solo figurativamente è impegnato in un dottorato di ricerca dal momento che, in tutta la durata dell'indagine, non ha mai espletato alcuna attività lavorativa per quell'Unità operativa».

MASSONI IN COMUNE. Dagli atti emerge un altro particolare. Nella lista che viene fatta visionare al profano Cavaliere al momento del rito di ammissione compaiono, tra gli altri personaggi aquilani, anche figure di riferimento all'interno del Comune tra cui un giovane consigliere.

«NOI, I MASSONI BUONI». Vincenzo Bonanno, «delegato magistrale Abruzzo Molise della Gran Loggia d'Italia» prende le distanze dalla vicenda. Sostiene il professore di inglese: «Affermare che i massoni sono coinvolti in faccende giudiziarie e illegali equivale a sostenere che tutti i Cristiani sbagliano o che tutti gli iscritti a un sindacato o un partito politico sono corrotti nel caso che qualche aderente non rispetti le regole del vivere civile. Il Centro ha avuto modo di visitare la sede della Gran Loggia d'Italia di Piazza del Gesù a Barete in occasione della sua inaugurazione nel maggio del 2010 e ha riportato l'intervista con il Gran Maestro Luigi Pruneti dalla quale risultava chiara e distinta la Massoneria del Grande Oriente d'Italia (Goi), alla quale apparteneva Licio Gelli con la sua famigerata loggia P2 e alla quale sembra siano iscritti il professor Fabrizio Traversi e il dottor Gianfranco Cavalieri (Cavaliere, ndr), da quella della Gran Loggia d'Italia di Piazza del Gesù palazzo Vitelleschi, maggioritaria all'Aquila e in Abruzzo e mai coinvolta in scandali o fatti illeciti. I rapporti dei nostri iscritti con le istituzioni sono sempre stati improntati alla massima trasparenza e correttezza e desideriamo non essere tirati in ballo, anche indirettamente, in intrallazzi di varia natura. Esprimo tutto il mio disappunto che la nobile Istituzione Massonica nella sua generalità sia stata coinvolta in fatti su i quali la magistratura aquilana farà piena luce e nel contempo desidero ribadire la completa estraneità dell'Obbedienza che rappresento dalle indagini di cui sopra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA