L'Aquila, neonato morto in ospedale: 14 indagati

Avvisi di garanzia «tecnici» per medici e ausiliari. Disposti tutti gli esami del caso. L’indagine dopo la denuncia del padre del piccolo di Magliano dei Marsi

L’AQUILA. Svolta nell’inchiesta riguardante la morte di un neonato dopo il parto avvenuta all’ospedale San Salvatore. Infatti la Procura della Repubblica ha emesso 14 informazioni di garanzia ad altrettanti medici e ausiliari. Va subito detto che si tratta di avvisi di garanzia «tecnici» in quanto emessi esclusivamente per permettere di effettuare l’autopsia che dovrebbe tenersi molto probabilmente nella giornata di oggi nell’obitorio del San Salvatore. Solo così i sospettati potranno nominare i consulenti di parte per difendersi dall’accusa di omicidio colposo.

La tragedia si è consumata qualche giorno fa quando la madre, non sentendosi bene, si è recata in ospedale ed è stata ricoverata nel reparto di Neonatologia. Dopo breve tempo ha dato alla luce un bambino nato con quasi due mesi di anticipo e per la famiglia di Magliano dei Marsi sembrava essere un giorno di festa. Ma, purtroppo, non è andata così. Infatti, subito dopo il parto, sono sorte delle complicazioni e il piccolo è stato trasferito nel reparto di Rianimazione neonatale.

Al piccolo sono state praticate tutte le cure del caso, anche in modo tempestivo, ma non è bastato a salvare la sua vita. Il padre, pertanto, per capire se si sia trattato di malasanità oppure di una fatalità che nessuno poteva fronteggiare, ha presentato una denuncia e i carabinieri, su richiesta del pm, hanno acquisito le cartelle cliniche.

Gli stessi carabinieri, dopo avere acquisito le cartelle cliniche, sono poi tornati in ospedale per verificare chi, tra medici e infermieri dei vari reparti, avesse comunque avuto un ruolo nelle cure al piccolo dalla nascita alla morte. Questo ha comportato che le informazioni di garanzia slittassero di qualche giorno. Del resto si tratta di un caso complesso, visto che la morte potrebbe anche essere stata causata da un mancato sviluppo del bimbo o da problematiche che potrebbero anche riguardare la madre. L’esame autoptico dovrà dare, per l’appunto, delle risposte a questi quesiti. Resta evidente come, a fronte delle 14 persone indagate, solo una certa parte di queste sia effettivamente intervenuta nel praticare le terapie ma, come spesso avviene, poi, all’esito della perizia, ci potrebbe essere una «scrematura» parziale o totale qualora non emergessero errori. Solo pochi giorni fa la stessa Procura ha messo sotto inchiesta tre medici in seguito al decesso di un uomo di 55 anni nel reparto di Cardiologia del San Salvatore. (cr.aq.)

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