L'Aquila, Pd e primarie: il nome tra 15 giorni

Verso l'elezione del nuovo sindaco: la Pezzopane si smarca, Cialente lancia Lolli e Pietrucci  è in rialzo. Viaggio negli schieramenti ancora alla ricerca del candidato sindaco

L’AQUILA. Pochi mesi, soltanto pochi mesi. Con una grande attesa per i nomi dei candidati. Per dare un nuovo sindaco all’Aquila e raccogliere l’eredità lasciata da Massimo Cialente. Si discute perciò in tutti gli schieramenti. Anche se le candidature stentano a decollare. Primarie sì, primarie no è per esempio il nodo da sciogliere, all’interno della coalizione di centrosinistra. Dove non mancano le incognite, con il Pd che ancora non scioglie le riserve e che deve recuperare il ritardo accumulato. «Entro 15 giorni avremo un nome», questo l’annuncio del segretario comunale del Partito Democratico Stefano Albano. «Il referendum ha rallentato l’apertura della fase di consultazione, ma la questione della coalizione era centrale, anche rispetto all’ufficializzazione di una candidatura condivisa». Albano detta la scaletta. «Dal Pd, su indicazione del gruppo dirigente, uscirà un solo nome. E succederà a stretto giro di posta, due settimane al massimo. Nome su cui potrebbero convergere anche gli altri partiti, senza andare alle primarie. Le priorità del programma vertono, invece, su grandi tematiche: il nuovo Prg, la questione Gran Sasso, la Variante Sud e la ricostruzione».

PARLA CIALENTE. Per il sindaco uscente Massimo Cialente «è arrivato il momento di stringere i tempi. Per la scelta del candidato siamo nei termini, forse meno per il programma. Ma in questa città si sta sottovalutando una cosa: l’avanzata delle liste civiche che potrebbero correre insieme al Movimento 5 stelle. Sono preoccupato di queste sperimentazioni: sarebbe un film dell’orrore per il nostro futuro. Non si deve commettere l’errore di pensare che sia già tutto fatto: ci vuole qualcuno che, dopo la ricostruzione», incalza Cialente, «guidi la fase due, della rinascita delle frazioni e della rivitalizzazione del centro, e la fase tre, con la definizione del nuovo piano strategico». Quel qualcuno, per Cialente, potrebbe essere l’attuale vicepresidente della Regione Giovanni Lolli. «Togliere Pierpaolo Pietrucci dalla Regione sarebbe un suicidio», afferma. «Piuttosto potrebbe prendere il posto di Lolli, se Giovanni venisse candidato». Un turn over che non piace affatto al diretto interessato, considerato tra i candidati del Pd più papabili e popolari. «Non ci penso proprio», ribatte Pietrucci. «Se il partito mi dovesse chiamare, sono pronto, in quanto vivo una politica di servizio, non individualista. Ma non prenderei il posto di Lolli perché L’Aquila verrebbe fortemente penalizzata. Entrambi stiamo facendo un grosso lavoro».

IL SONDAGGIO. È partito, nel frattempo, il sondaggio commissionato dal Pd per tastare il campo. Anche in funzione delle altre candidature in gioco, come il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti e il presidente della Gran Sasso Acqua Americo Di Benedetto, altro giovane che incarna un ricambio generazionale fortemente auspicato dalla base. Circolano anche i nomi del capogruppo Stefano Palumbo e dell’assessore Pietro Di Stefano.

PEZZOPANE SI SMARCA. La senatrice Stefania Pezzopane si tira fuori dalla competizione. «Il ruolo che sto svolgendo è importante e insostituibile», dice, «ma abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Le primarie potrebbero essere lo strumento più idoneo per sciogliere il nodo». Primarie che potrebbero tenersi a febbraio. «Vedo bene Di Benedetto, come Benedetti e lo stesso Lolli. Pietrucci è stato proposto per una missione: insomma, abbiamo molti nomi. Ora dobbiamo trovare le convergenze».

LOLLI CI PENSA. Lolli, l’uomo che Cialente vorrebbe seduto sulla poltrona di palazzo Fibbioni, tenta il dribbling. «Il problema del governo della città dell’Aquila è molto complesso», afferma, «non basta un candidato. Servono una compagine e un progetto in grado di caricarsi sulle spalle una rogna che non finisce mai. Il grande lavoro della giunta Cialente è la base da cui partire, ma siamo in una fase nuova, in cui servono contributi diversi». Quanto al ricambio generazionale, il vicepresidente della Regione Lolli si dice «disposto a discuterne. Ci sono tanti volti nuovi. Una cosa è certa: non andrò alle primarie contro Pietrucci».

DI BENEDETTO. Americo Di Benedetto, altro nome di punta tra quelli che sono in circolazione, sottolinea che sono sul campo «persone di altro profilo e grandi qualità amministrative. L’Aquila deve dare ancora al territorio: se facessimo una scelta di rinuncia, attingendo alle presenze aquilane in Regione, partiremmo già svantaggiati. È arrivato il momento di un confronto serrato, da cui deve uscire un candidato alla carica di sindaco che renda tutti partecipi e soddisfatti del percorso che si sta facendo. Quanto a me», conclude il presidente della Gran Sasso acqua spa, «penso di essere una risorsa per il partito e per la città».

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