Nadia Desdemona Lioce, la brigatista detenuta a L'Aquila

L'Aquila, processo alla brigatista Nadia Lioce, il giudice rinvia

La detenuta deve rispondere delle contestazioni nel carcere delle Costarelle dove sta scontando l'ergastolo in regime di 41 bis. Udienza iniziata e subito rinviata al 15 settembre

L’AQUILA. Iniziato e subito rinviato al 15 settembre il processo alla brigatista Nadia Desdemona Lioce, che sta scontando l’ergastolo nel carcere delle Costarelle in regime di 41 bis. Ora è sotto processo per contestazioni, entrambe di natura contravvenzionale, connesse alla sua detenzione all’Aquila. Si tratta di oltraggio a pubblico ufficiale per aver insultato un agente penitenziario e disturbo delle occupazione o del riposo delle persone, episodi avvenuti circa tre anni fa. Più volte, per l’accusa, l’ergastolana avrebbe battuto per protesta una bottiglia di plastica sulle sbarre di ferro della sua cella causando rumore intollerabile. Comportamenti, forse troppe volte ripetuti, che hanno indotto gli agenti di polizia penitenziaria a inviare gli atti alla Procura che poi ha mandato le carte in tribunale. Ieri il processo è iniziato e l’ergastolana è comparsa in videoconferenza. «Sono pronta a essere processata», ha detto «anche se non mi è mai arrivata la notifica». Il giudice onorario Quirino Cervellini di intesa con il pm Ilaria Prezzo e l’avvocato di ufficio Nicoletta Ortenzi, vista anche l’assenza degli avvocati di fiducia dell’imputata e la mancata notifica, hanno deciso di rinviare tutto a settembre. Ieri il processo si è tenuto nel tribunale per i minorenni visto che, paradossalmente, il sistema di videoconferenza non è ancora attivo nel palazzo di giustizia di via XX Settembre. Subito dopo il processo il Movimento femminista proletario rivoluzionario aquilano, che ritiene la Lioce una prigioniera politica, ha diffuso un volantino nel quale si chiede di revocare il 41 bis alla detenuta foggiana. «La Lioce», dicono, «è condannata al silenzio in una cella di due metri per due, posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo che si affaccia sul nulla. Le è concessa solo un’ora d’aria al giorno in una vasca di cemento dove il sole non si vede mai. Inoltre non può detenere libri». (g.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA