L’Aquila, punto nascite e biomasse: proteste in consiglio regionale

Sit in e mobilitazioni dei cittadini. In aula anche il comitato no-biomasse in aula con una t-shirt bianca contro le centrali

L'AQUILA. Giornata di proteste in consiglio regionale. Mentre la maggioranza regionale si prepara a discutere la risoluzione a firma dei consiglieri Pietrucci e Mariani (Pd), Di Nicola (Cd), Paolini (Idv), Lorenzo Berardinetti (Rf) e l'assessore Mario Mazzocca, nella quale viene chiesta una riflessione più approfondita sulle esigenze dei sindaci, il primo cittadino di Sulmona Giuseppe Ranalli all'Aquila ha incontrato i capigruppo in consiglio regionale per continuare il pressing, suo e degli altri quattro colleghi sindaci dei Comuni che dovrebbero perdere, secondo la legge nazionale, i punti nascita (Ortona, Penne, Sulmona e Atri). «Abbiamo presentato nuovi dati e uno studio sulle distanze tra le varie località e le strutture eventualmente più vicine dotate di punti nascita», ha spiegato, «dimostrando che la Regione nel riordino dei punti nascita non ha preso in considerazione la valutazione orografica del territorio».

«A seguito delle chiusure dei punti nascita», ha aggiunto, «le distanze lasciano mezzo Abruzzo senza un presidio importante». A preoccupare il sindaco è soprattutto il fatto che a restare sprovvisti di una struttura nelle vicinanze sarebbero paesi come Castel di Sangro, Scanno, Ateleta, Campo di Giove e tutti quelli della Valle Subequana, che nei periodi invernali restano isolati. «Una situazione che la Regione deve tenere in considerazione». Intanto a Sulmona questa mattina corteo e presidio di 500 tra cittadini, pensionati, sindacalisti e mamme con passeggino. Proprio nella città di Ovidio qualche mese fa è stata posta la prima pietra (simbolicamente restituita oggi) per ampliare l'ospedale, con tanto di realizzazione di una nuova sala parto: le contraddizioni delle scelte politiche.

leggi anche: Sulmona, corteo contro la chiusura del Punto nascita I manifestanti hanno sfilato in corteo fino al luogo in cui qualche mese fa è stata posta la prima pietra per realizzare il nuovo ospedale

In aula consiliare anche il comitato no-biomasse, una decina di persone che hanno indossato delle t-shirt bianche con la scritta "no biomasse" per sensibilizzare il consiglio regionale a fare il possibile per bloccare «il dilagare delle centrali a biomasse in Abruzzo». Il comitato è stato capitanato dalla componente aquilana che contrasta la realizzazione della centrale a biomasse nel nucleo industriale tra Onna e Bazzano che dovrebbe realizzare la Futuris aquilana. Dopo il pronunciamento del Tar che ha sospeso il progeto, adesso la Futuris ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, che si pronuncerà il prossimo 7 luglio. La Regione si è opposta al progetto. L'azione dei comitati ha la sponda dei consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci del Pd e Sara Marcozzi del M5s, che avevano nei mesi scorsi depositato una risoluzione che impegnava la Regioe a sospendere tutte la autorizzazioni già concesse alla Futuris aquilana nel caso in cui la Valutazione d'impatto sanitario (Vis), in principio non effettuata, avesse avuto esiti incerti. Pietrucci si era battuto per fare approvare una moratoria sulle centrali a biomasse in Abruzzo. «Sono 14 in tutto, che la Regione negli anni passati si è permessa di approvare per un totale di 1,4 milioni di tonnellate che non ci sono», commenta Antonio Perrotti del Comitatus Aquilanus, «e che quindi saranno trasformate tutte in rifiuti. Uno scempio per il nostro territorio, noi stiamo resistendo».