L'Aquila, rivelano segreti alla malavita: arrestati tre funzionari del tribunale

La finanza scopre funzionari infedeli e compiacenti verso i pregiudicati: i tre finiti ai domiciliari sorpresi a rivelare informazioni segrete di carattere giudiziario

L'AQUILA. La finanza, su ordine del procuratore capo Alfredo Rossini e del pm Stefano Gallo, ha arrestato ai domiciliari tre pubblici funzionari con l'accusa di soffiate alla malavita debellando così un gravissimo fenomeno di illeciti favoritismi nei confronti di pregiudicati oltre che di organizzati falsi in atti pubblici per coprire un diffuso fenomeno di assenteismo. I tre sono Luigina Oddi, 39 anni, nata ad Avezzano e residente a Trasacco, Paolo Di Benedetto, 40 anni, residente all'Aquila e domiciliato a Introdacqua, Augusto De Paulis, 59 anni, residente a Bazzano.

Due degli infedeli funzionari colpiti dalle custodie cautelari appartengono al tribunale di Sorveglianza dell'Aquila il che, se da un lato desta maggiore allarme sociale (nella sua giurisdizione ricadono istituti carcerari in cui è applicato il 41 bis dell'ordinamento penitenziario), dall'altro è data prova della capacità di efficiente contrasto di ogni tipo di infiltrazione criminale anche negli uffici giudiziari, da parte della magistratura stessa e delle forze dell'ordine, e nello specifico del nucleo di polizia tributaria dell'Aquila, che ha coltivato l'indagine iniziata dalla compagnia di Avezzano.

L'altro funzionario, Di Benedetto, è un esponente del Coordinamento Interdistrettuale per i Sistemi Informativi Automatizzati (Cisia) abruzzese in servizio presso la Corte d'Appello dell'Aquila. Intuitiva, pertanto, è la delicatezza della funzione ricoperta e l'importanza che rivestiva tale funzionario per l'organizzazione informatica degli uffici giudiziari aquilani.

In particolare è stato riscontrato lo stretto rapporto di compiacenza che uno dei cancellieri, oggi raggiunto dalle misure cautelari, intratteneva con pregiudicati marsicani, ai quali comunicava informazioni, coperte da segreto, inerenti allo stato delle procedure adottate per la concessione di permessi o per altri tipi di autorizzazioni, in alcuni casi, giungendo persino a predisporre le relative richieste. Le indagini sono state condotte su binari d'investigazione classica: intercettazioni telefoniche e telematiche; pedinamenti ed osservazioni; consulenze telematiche e grafologiche; sequestri di hardware e software; perquisizioni degli uffici giudiziari, delle abitazioni e di altri uffici; audizioni di testimoni; riscontri incrociati su documenti anche giudiziari acquisiti.

In una nota, la procura dell'Aquila evidenzia che "gli uffici giudiziari aquilani, al di là dei singoli episodi di infedeltà, sono risultati sani ed immuni da altri fenomeni di infiltrazione".

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