L'Aquila, tasse caos: artigiano sviene di fronte alla maxi-cartella 

Restituzione a carico delle imprese, malore e ricovero in ospedale dopo l’accertamento da 250mila euro. Il 4 aprile chiamata a raccolta delle associazioni di categoria per preparare le modalità della protesta

L’AQUILA. Sfileranno a Roma gli imprenditori chiamati a restituire le tasse sospese dopo il sisma del 2009. Centinaia e centinaia le richieste arrivate, in questi giorni, dal commissario straordinario, Maria Margherita Calabrò: dai primi calcoli, elaborati dai consulenti, si tratta di cifre corpose che, in molti casi, superano i 200mila euro. E per una piccola azienda, o un artigiano, significa portare i libri in tribunale. L’altra sera, un artigiano aquilano, a cui è stato recapitato un conteggio da 250mila euro, è stato colto da malore e ricoverato in ospedale. In Senato è stata presentata un’interpellanza per chiedere al governo di «attivarsi con urgenza» e «riaprire le negoziazioni sulla procedura d’infrazione». L’iniziativa è dei senatori Gaetano Quagliariello (Idea), Alberto Bagnai (Lega) e Nazario Pagano (Forza Italia). Per il 4 aprile il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli ha chiamato a raccolta tutte le associazioni di categoria e i sindaci del territorio per avviare la fase di mobilitazione e stabilire le azioni da mettere in campo, che accompagneranno il percorso legale: marcia su Roma e manifestazione davanti alla sede del Tar, che il 18 aprile dovrà esprimersi sulla validità della nomina ministeriale. «Porteremo a Roma migliaia di aquilani», questo l’appello alla mobilitazione, lanciato dal delegato alla ricostruzione di Confindustria, Ezio Rainaldi.
CARTELLE SALATE. Sono centinaia le lettere recapitate in questi giorni alle aziende e ai professionisti aquilani, in cui si chiede una sorta di autocertificazione relativa ai benefìci percepiti tra il 2009 e il 2011. I consulenti sono al lavoro per effettuare i dovuti calcoli, dato che il tempo stringe. Le imprese, infatti, hanno solo 30 giorni per rispondere alle richieste. Un controllo incrociato da cui scaturiranno, poi, i calcoli definitivi per le cartelle esattoriali: le tasse dovranno essere saldate in un’unica soluzione, con gli interessi di mora. Si parla di migliaia di euro. Le prime aziende in graduatoria, del calibro della Dompé o della Guizza, arriveranno a pagare anche 4-5 milioni di euro.
IMPRENDITORE SI SENTE MALE. Anche i piccoli imprenditori sono sotto torchio: dovranno restituire le somme non versate che, secondo l’Ue, rappresentano aiuti di Stato e, come tali, violerebbero la libera concorrenza dei mercati. Un artigiano aquilano è stato colto da malore, giovedì sera, quando gli è stato comunicato dai consulenti l’importo da pagare: 250mila euro.
TUTTI IN PIAZZA. «Il 4 aprile proporrò a tutte le associazioni di categoria di sfilare a Roma, chiamando a raccolta i titolari e i dipendenti delle aziende coinvolte in questa follia messa in atto dallo Stato e dall’Ue», afferma Rainaldi.«La città deve far sentire la propria voce manifestando in massa davanti al governo e alla sede del Tar. In gioco c’è la sopravvivenza di centinaia di imprese, con migliaia di posti di lavoro che rischiano di svanire nel nulla. A tutti i politici diciamo di essere al nostro fianco, compatti». Hanno dato disponibilità a manifestare contro il governo i deputati del Pd, Stefania Pezzopane, e della Lega, Luigi D’Eramo, che chiedono «garanzie per la città e per il territorio».
RICORSO AL TAR. Il 7 aprile verrà presentato un duplice ricorso al Tar, contro la nomina del commissario straordinario e contro la decisione dell’Unione Europea, che risale al 14 agosto 2015, di imporre allo Stato italiano il recupero delle imposte sospese. «Abbiamo indicato motivazioni più che valide per ottenere una sospensiva», conclude Rainaldi, «ma è necessaria anche una proroga dei termini per l’autocertificazione. Gli imprenditori avvieranno anche singole azioni risarcitorie contro gli attori principali di questa vicenda».
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