L'Aquila: tormenta la ex,  il giudice lo allontana

Stalking. La donna è stata picchiata una volta e bersaglio di ripetute minacce «Ti manderò alcune persone dalla Sicilia e queste ti faranno del male»

L’AQUILA. Dovrà stare lontano dall’ex compagna, una polacca di 45 anni, almeno mezzo chilometro. Altrimenti finisce in cella. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale, pertanto, ha firmato il divieto di avvicinamento per un catanese di 67 anni, ma residente all’Aquila da molto tempo, persona nota in Questura, accusato di stalking che metteva in atto nelle forme più disparate: schiaffi, minacce, ingiurie al punto da rendere impossibile la vita della donna e andate avanti per 18 mesi provocando uno stato d’ansia. Di qui la contestazioni di atti persecutori.
I comportamenti intollerabili sono iniziati nell’estate 2016 quando l’uomo l’ha picchiata facendola finire a terra. Poi, sempre in quel periodo, le inviava sms e la tempestava di telefonate per ore reiterando minacce a ingiurie di ogni tipo. Quella più preoccupante è stata forse questa: «Ti manderò alcune persone dalla Sicilia e queste ti faranno del male».
Questi comportamenti la indussero a cambiare stile di vita limitando le uscite di casa solo per accompagnare la bambina all’asilo e per andare a lavorare. Inoltre, era costretta a tenere le serrande abbassate e a parcheggiare lontano dalla sua abitazione. Anche perché si è ritrovata talvolta dei messaggini poco rassicuranti sul parabrezza. Oltre alla contestazioni di atti persecutori c’è anche quella del mancato mantenimento della figlia minorenne. Infatti, non ha versato alcune somme che erano state pattuite davanti al giudice a favore della figlia.
Secondo relazioni investigative i rapporti tra i due si sarebbero deteriorati arrivando a comportamenti pericolosi anche a causa della ludopatia da cui era affetto e forse anche da un uso, sia pur modico e temporaneo, di droga.
Ma sono forse le minacce di aggressioni, oltre a quella che c’è già stata, che hanno indotto la magistratura e emettere un provvedimento cautelare. Nel luglio 2016, infatti, la donna fu medicata in ospedale per una serie di contusioni. Le frasi pesanti sono state tantissime, ma anche qualche ammissione condita da altre ingiurie. «Non sarò un marito perfetto», ha detto in un’intercettazione, «ma neanche un serpente infame come te».
Il provvedimento che vieta l’avvicinamento è stato chiesto dal pm Stefano Gallo e accolto dal giudice per le indagini preliminari, Guendalina Buccella, ed è stato eseguito dalla squadra Mobile diretta da Tommaso Niglio.
Le prescrizioni sono precise. L’uomo si deve tenere distante dalla polacca almeno 500 metri e, qualora dovesse incontrarla per caso, deve allontanarsi immediatamente. Inoltre, deve astenersi da contatti telefonici, compresi sms oppure e-mail. E non deve provare a contattare la donna nemmeno tramite interposta persona. In caso contrario finirebbe in carcere peggiorando la sua posizione processuale. Contro questo provvedimento il sospettato potrà chiedere la revoca al gip, o più probabilmente, al tribunale del Riesame.
L’applicazione del provvedimento arriva all’indomani di una manifestazione fatta dalla polizia con il camper contro le violenze di genere.
Iniziative che non si fermano mai visto che il bilancio reso noto di recente dal Centro antiviolenze: nel corso dei 10 anni di vita il Centro antiviolenza dell'Aquila ha assistito oltre 450 donne che sono state aiutate, facendo una sorta di attività di mediazione con esperti, forze dell'ordine o avvocati.
Altre 150 donne, invece, si sono avvicinate per poi tornare sui loro passi.(g.g.)
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