L'Aquila, torna in cella il capo della gang di bulli

La squadra Mobile ha eseguito l’arresto del macedone accusato di vari reati, dalle percosse alle lesioni aggravate

L’AQUILA. Arrestato dalla polizia, su ordine di carcerazione dell’ufficio esecuzioni della Procura, il giovane che per gli investigatori della squadra Mobile, coordinati da Maurilio Grasso, è «il re dei bulli», che da due anni terrorizza gli adolescenti del capoluogo. Deve scontare la pena di due anni e due mesi di reclusione per vari reati contro la persona. L’arresto è scattato nei confronti di Egzon Uzairi, di 23 anni, di nazionalità macedone, residente in città da circa dieci anni, per un cumulo di pena di due anni, due mesi e 16 giorni di reclusione, da scontare per reati che sono stati commessi dall’aprile al novembre del 2010. Si tratta, in particolare, di reati relativi a percosse, lesioni personali aggravate, minacce aggravate, violenza e minacce a pubblico ufficiale, per i quali fu deferito all’autorità giudiziaria dagli agenti della squadra Mobile della questura.

In particolare, la terza sezione della squadra Mobile, dall’aprile al novembre 2010 si è trovata a indagare su una «banda di bulli» che era formata da ragazzi minorenni e, per l’appunto, da Uzairi, appena maggiorenne. Una gang che, come informa una nota della questura, «spesso armata di bastoni, con atteggiamenti prepotenti, intimidatori e rissosi, terrorizza i coetanei. I reati commessi vanno dalle percosse alle lesioni personali aggravate alle minacce, in un caso alla violenza e minaccia a pubblico ufficiale nei confronti del personale della squadra Volante intervenuto per sedare una lite. Dalla raccolta di informazioni, dalla visione di filmati di telecamere presenti nelle zone teatro della commissione dei vari reati, tra i quali anche il Parco del Sole e il centro commerciale L’Aquilone, dalla comparazione di foto e immagini, dagli appostamenti effettuati, sono stati identificati i componenti della banda e sono stati deferiti all’autorità giudiziaria.

In precedenza Uzairi era finito nei guai anche per porto abusivo di armi e detenzione a fine di spaccio di sostanza stupefacente. Nel 2011, invece, era stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila. «Dal processo svolto», si legge ancora nella nota, «scaturiranno le pene di cui al provvedimento di carcerazione eseguito in questi giorni. Nel 2012, infine, veniva nuovamente denunciato in stato di libertà per lesioni personali aggravate in danno di un coetaneo albanese».(cr.aq)

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