l'inchiesta

L'Aquila, truffa all’ex Carispaq, in tre a giudizio

Il pm: con una serie di atti hanno indotto il tribunale a emettere una sentenza contro la banca

L’AQUILA. Il pm Roberta D’Avolio ha rinviato a giudizio quattro persone nell’ambito di una vicenda molto complessa e che si articola in un paio di ipotesi di reato diverse tra loro.

Si tratta dell’imprenditore Franco Di Fabio, Marisa Liliana Lepidi, Emanuele Morlacci, sui quali pende l’accusa, ancora tutta da dimostrare, di una truffa nella quale l’ex Carispaq è parte civile. Naturalmente i ruoli tra i sospettati in questo presunto raggiro sono diversi tra loro. Queste persone, nell’ambito di una controversia di natura risarcitoria in tribunale, con una sequenza di atti, avrebbero indotto in errore il giudice del tribunale civile il quale si determinava a emettere, su presupposto di tali attività, una sentenza con cui condannava la banca al risarcimento di 300mila euro conseguendo un ingiusto profitto con pari danno per la Carispaq (ora Bper). Il pm contesta l’aggravante di avere causato un evento di particolare gravità.

Di Fabio e Francesco Testardi (il quarto imputato), invece, sono accusati di truffa su un ricorso nell’ambito di una procedura esecutiva promossa nei confronti di Franco Di Fabio che aveva come oggetto il pignoramento di alcune quote relative alla ditta Centrogas nell’ambito di una controversa con il fratello Dino. Anche qui, secondo il pm, ci sarebbero stati dei comportamenti discutibili la cui conseguenza, in danno di Dino Di Fabio, era di non poter revocare lo stato di liquidazione dell’azienda Centrogas. Parti civili sono l’ex Carispaq e lo stesso Dino Di Fabio che sono rappresentate dall’avvocato Ferdinando Paone mentre gli accusati sono assistiti dagli avvocati Diego Biasini e Antonio Valentini.

Il processo è previsto per il 19 gennaio del prossimo anno davanti al giudice unico in quanto si tratta di un reato a citazione diretta.

POLIZIA POSTALE. S.G., dell’area frentana, 57 anni, è stato denunciato dalla polizia postale perché ritenuto responsabile di truffa on-line ai danni di un aquilano. Nel mirino la vendita di un cellulare mai onorata.

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