L'Aquila, truffa coi fondi del sismaIl caso D'Ercole finisce in Vaticano

Gli atti dell'inchiesta sulla Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo che vede coinvolto monsignor Giovanni D'Ercole arrivano alla Segreteria di Stato vaticana e alla Conferenza episcopale italiana.
Il vescovo potrebbe chiedere il trasferimento in altra diocesi
IL COMMENTO Se l'indagato è un vescovo di Giustino Parisse

L'AQUILA. Il caso del vescovo indagato varca la soglia del palazzo apostolico. In Segreteria di Stato, così come alla Conferenza episcopale italiana, arrivano gli atti dell'inchiesta sulla Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo che vede coinvolto monsignor Giovanni D'Ercole.

SACRI PALAZZI. Il presule accusato di aver mentito al pm nel corso di un interrogatorio come persona informata dei fatti, fornendo false informazioni, e di aver riferito all'arrestato Fabrizio Traversi il contenuto di quell'interrogatorio e, più in generale, dell'inchiesta, ostacolando di fatto le indagini, in violazione degli articoli 371 bis e 379 bis del codice penale, ha trascorso una giornata a Roma. La notizia in Vaticano è arrivata in tempo reale, rimbalzata su tutti i giornali, compresi i mezzi di comunicazione cattolici che hanno riportato la breve dichiarazione di D'Ercole: «Posso solo ribadire la mia sincerità, confermare che ho piena fiducia nella Magistratura e quando sarò ascoltato nuovamente avrò modo di chiarire tutto e di dimostrare la mia perfetta buona fede».

Il presule, del resto, è di casa Oltretevere, dove per tre anni (1987-1990) è stato vicedirettore della sala stampa della Santa Sede sotto la direzione di Joaquim Navarro-Valls. Nel 1990, poi, chiamato dell'allora Segretario di Stato di Sua santità cardinale Agostino Casaroli, il prelato originario di Rendinara di Morino è entrato in Segreteria di Stato dove otto anni dopo (1998) venne nominato capo ufficio della prima sezione Affari Generali. Incarico mantenuto fino al 2009.

TRASFERIMENTO. In attesa di conoscere l'esito del procedimento penale che lo riguarda (il vescovo rischia di dover subire un processo) il presule potrebbe chiedere il trasferimento in altra diocesi. In questo caso verrebbero investiti dell'istanza vari uffici compresi quelli della Conferenza episcopale italiana presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco. Anche se i tempi della Chiesa non sono gli stessi dei pm. Lo stesso arcivescovo Giuseppe Molinari, il primo ad aver appreso, dal diretto interessato, la notizia dell'avviso di garanzia, dovrà stabilire ora la linea di condotta della Curia aquilana, alla luce della nuova situazione che si è determinata con l'iscrizione del primo dei suoi collaboratori nel registro degli indagati della Procura della Repubblica.

Già «detronizzato» ormai da svariati mesi (Molinari ha imposto ai preti persino di non pronunciare il suo nome durante la messa ribadendo più volte che di vescovo, all'Aquila, ce n'è uno solo), D'Ercole rischia ora di vedere sfumare pure la possibilità di restare nell'arcidiocesi aquilana anche dopo le dimissioni per raggiunti limiti di età da parte di Molinari, che l'11 gennaio 2013 compirà 75 anni. Il che comporterà la presentazione al Papa della rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi aquilana.

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