La 14enne diffamata per gelosia e invidia

Le foto senza veli pubblicate sul web da alcune coetanee che ora potrebbero finire nel registro degli indagati

SULMONA. Gelosia e invidia nei confronti di una bella ragazza, brava a scuola e corteggiata dai ragazzi della sua età. Sarebbe questo il motivo che avrebbe spinto due coetanee a divulgare su un falso account di facebook le foto della 14enne senza veli. Il colpo di scena è arrivato nel corso degli interrogatori delle persone che in qualche modo, erano a conoscenza dei fatti. In tutto una ventina, per la maggioranza ragazze, che in questi due giorni hanno fatto la fila davanti alla caserma dei carabinieri di via Sallustio per essere ascoltate sulla vicenda e raccontare quello che sapevano.

Tante conferme di quello che già si sapeva, ma anche tante clamorose novità che hanno fatto emergere nuovi e inquietanti particolari di un mondo giovanile con usi e costumi molto disinibiti e a volte spregiudicati. Un’inchiesta che a questo punto rischia di allargarsi a macchia d’olio. Come una catena di Sant’Antonio sta coinvolgendo sempre nuovi protagonisti che hanno prima ricevuto le foto incriminate per poi girarle ad altri amici e conoscenti. Una lunga lista di nomi che, potenzialmente, potrebbero finire tutti sul libro degli indagati con l’accusa di divulgazione di materiale pedopornografico. Una sorta di domino al quale i carabinieri vogliono mettere la parola fine. L’intenzione degli investigatori, secondo l’avvocato Alessandra Baldassarre che difende la ragazzina parte lesa nel procedimento aperto dalla Procura di Sulmona, il pm è Aura Scarsella) potrebbe essere quella di indirizzare le attenzioni e quindi le contestazioni di reato a quei ragazzi e quelle persone che hanno ricevuto per primi le foto dando via alla catena senza fine. In tutto sei persone tra le quali appunto le due ragazze che hanno avuto la brillante idea di attivare l’account su facebook sotto falso nome per screditare agli occhi della città la 14enne di cui erano gelose. Ad accusarle alcuni coetanei ai quali avrebbero rivelato la loro bravata. Ma i carabinieri vogliono andare oltre per assicurarsi riscontri più precisi e ineludibili come prova della colpevolezza delle giovani. E il prossimo passo degli investigatori sarà quello di ottenere dalla polizia postale il nome della persona che ha attivato il falso account su facebook dove sono state postate le fotografie osé. Account che è stato chiuso dopo poche ore dal garante del social network, ma che in quel lasso di tempo ha ricevuto centinaia di visite da parte di internauti che erano stati messi al corrente di quello che stava accadendo.

Nei guai anche il 17enne che avrebbe chiesto le prime foto alla 14enne per poi passarle al 25enne, anche lui ancora fortemente impelagato nella vicenda. Tuttavia bisogna dire che qualora venisse confermata la novità delle due ragazzine la sua posizione si alleggerirebbe notevolmente. Resta comunque da scoprire se da parte del giovane ci siano stati comportamenti vessativi nei confronti della 14enne alla quale avrebbe fatto anche esplicite richieste per incontri amorosi. Se ha insomma ottenuto le foto osé sotto costrizione o se la ragazza gliele ha passate liberamente. Una “abitudine”, quella di scattarsi foto disinibite, molto più diffusa di quanto si pensi. Lo hanno confermato gli stessi ragazzi sostenendo l’esistenza di altri scatti osé che girerebbero sui telefonini e nelle scuole. Ed è questo, secondo gli investigatori, l’elemento più preoccupante della vicenda.

Claudio Lattanzio

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