La bella favola di Lorenzo  “ju lupe” dell’Aquila  

I consigli di papà Luciano Del Pinto, ex mediano rossoblù, al figlio promosso in A con il Benevento: «Se una persona si comporta seriamente, i risultati arrivano»

L’AQUILA. In ogni città c'è un bar dello sport. Uscendo dall'Aquila andando verso Scoppito, il bar dello sport sta proprio dopo il cartello che indica l'inizio del territorio comunale. “Hai capito... ju lupe”, scritto col gesso su una lavagnetta, è l'unico segnale della gioia della famiglia Del Pinto. Lorenzo, il secondogenito, ha appena raggiunto il sogno di ogni calciatore: con il Benevento è salito nella serie A di calcio (altro servizio nello sport), la massima serie. Gli avventori arrivano e salutano. Strette di mano a non finire con Luciano Del Pinto, il titolare del bar, padre di Lorenzo, che ha un sorriso da parte a parte e brinda con un bicchiere di Coca Cola. Anche lui era giocatore di calcio, e il nome del bar effettivamente lasciava intuire qualche trascorso sportivo.
«È una favola, per noi è una favola», racconta, «ma per noi ogni categoria è stata una favola». Sì, va bene, ma la serie A è la serie A. «Ogni categoria...», ribadisce Luciano, «perché se uno rispetta sempre i ruoli, si impegna sempre, fa la persona seria, secondo me in qualsiasi categoria si giochi, se ci si impegna in questa maniera, è sempre una favola».
«Figuriamoci andare in seria A...» chiosa sorridendo. «La cosa che ci fa più piacere dell'avventura calcistica di Lorenzo è che, dovunque sia stato, ha lasciato sempre un buon ricordo. E anche a Benevento lo sta lasciando. Lì lo stimano, sanno che è un grande professionista, e questo gratifica sempre».
«C'era un momento in cui sembrava dovesse andare a Teramo», racconta Luciano, «ma è stato lui a voler andare a Benevento, una città che somiglia molto all'Aquila. Per i risultati sportivi ci vogliono tante cose, e alla fine è il ricordo che si lascia che gratifica».
Luciano è sposato con Franca e ha un'altra figlia, Giulia, 31 anni, la sorella più grande di Lorenzo. Ma nella vita privata Lorenzo com'è? «Beh, considerate che è fidanzato con la stessa ragazza da quando faceva le elementari», racconta Luciano, «Eleonora abita a 100 metri da qui». E il significato di quel “ju lupe” scritto sulla lavagnetta? Luciano ci gira un po' intorno: «Ju lupe... ma sì, una cosa così. L'hanno scritto gli amici». Lo stesso Lorenzo racconta di se stesso che a volte non riesce a esternare tutte le sue emozioni, quel “ju lupe” è riferito a lui, certamente. Perché questa è la terra del lupo, instancabile, indomabile lupo. Sono le 13, a quest'ora il bar è quasi deserto e il discorso scivola inevitabilmente sul pallone, sulla difficile situazione in cui sta dibattendo L'Aquila calcio.
«È un peccato che una città come L'Aquila non riesca ad avere una squadra e una società per esprimersi ai massimi livelli».
Luciano Del Pinto è stato anche mediano dell'Aquila calcio, ha vestito la maglia rossoblù tra il 1978 e il 1983. Ma il suo primo ricordo di quel periodo è proprio quello del momento più difficile, quello segnato dalla tragedia dei 4 tifosi rossoblù che, mentre si dirigevano allo spareggio di Cassino, rimasero uccisi al passaggio del bus tra gli archi dell'acquedotto romano al centro di Sulmona. Ricordi tristi, ma oggi si sorride, e si brinda, perché Lorenzo Del Pinto, il figlio di questa terra, è in serie A.
©RIPRODUZIONE RISERVATA