La Camera: il gasdotto va spostato

Commissione ambiente: il tracciato è rischioso, serve una modifica

SULMONA. La Commissione ambiente della Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una risoluzione che «impegna il Governo a disporre la modifica del tracciato del gasdotto Snam». È la prima volta che un organo parlamentare si schiera contro il metanodotto Sulmona-Foligno da 167 chilometri. Un'altra importante battuta d'arresto alla tratta Brindisi-Minerbio.

Il provvedimento, approvato ieri all'unanimità dalla VIII Commissione, è stato presentato dai parlamentari del Pd Raffaella Mariani, Giovanni Lolli, Massimo Vannucci e Walter Verini. «Si impegna il governo», si legge nella risoluzione, «a disporre la modifica del tracciato e escludere la fascia appenninica al fine di evitare sia gli alti costi ambientali che deriverebbero, sia l'elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini, dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità del metanodotto». Al di là del Decreto di pubblica utilità dei ministeri dell'Ambiente e della Cultura e del via libera della Commissione governativa di Valutazione di impatto ambientale (su cui pendono diversi ricorsi al Tar), il documento potrebbe inaugurare una nuova fase nel lungo iter autorizzativo.

Un percorso iniziato nel 2004 con un primo requisito di pubblica utilità poi scaduto e andato avanti, ignorando l'opposizione delle comunità locali, anche alla luce del sisma del 2009. Ci pensa ora la Camera, invece, a deviare i tubi del gasdotto dalla dorsale appenninica, trasferendoli presumibilmente sulla costa e sotto il mare, come del resto era previsto in un primo momento. Una vittoria decisiva per i Comitati cittadini per l'ambiente, che si battono da più di quattro anni contro il progetto e che ora intimano l'alt alla multinazionale del gas.

«Dopo i Comuni, le Province e la Regione è la volta del massimo organo elettivo dello Stato: il parlamento», esulta Mario Pizzola, portavoce dei Comitati. «Tutti dicono che il progetto va cambiato», aggiunge. «Se la Snam è per il rispetto dei principi democratici ha una sola scelta: fermarsi e sedersi ad un tavolo per una ragionevole alternativa. Il governo è chiamato a fermare il procedimento». Dal canto suo la multinazionale difende le sue scelte. «La ricerca del tracciato», fa sapere la multinazionale, «è stata inizialmente indirizzata in prossimità della costa adriatica. Constatata la preclusione dei vari corridoi esplorati (per cause ambientali e geologiche e per l'elevata antropizzazione del territorio costiero), la ricerca si è progressivamente spostata nell'entroterra fino a individuare, in prossimità dello spartiacque appenninico, la direttrice migliore in termini di continuità, sicurezza e compatibilità ambientale. Il tracciato dei metanodotti», assicura la Snam, «è stato definito scegliendo i lineamenti morfologici e geologici più sicuri e comunque lontani dalle aree interessate, anche solo potenzialmente, da dissesti idrogeologici».

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