La coppia è stata salvata dagli amici

Intossicati dal gas, i soccorsi scattati dopo una telefonata a vuoto

INTRODACQUA. Sono salvi grazie alla premura dei loro amici. Lorenzo Faiella e Antonella Santilli, i due giovani conviventi intossicati dal monossido di carbonio sprigionato da un termoconvettore, sarebbero morti se gli amici non li avessero raggiunti a casa per controllare perché non rispondevano al telefono.
Ancora pochi minuti e non ci sarebbe stato più nulla da fare. È stato grazie al tempestivo intervento dei medici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona, reso possibile dal provvidenziale allarme lanciato dagli amici, che ora la giovane coppia può considerarsi fuori pericolo. Anche se i medici del reparto, pur fiduciosi sul quadro clinico, vogliono attendere altre ventiquattro ore per sciogliere definitivamente la prognosi.

Decisiva è stata la terapia a base di forti quantitativi di ossigeno che è stata praticata subito dopo il loro arrivo in ospedale.
In un primo momento si era temuto il peggio quando Faiella, dopo essere entrato in coma, rispondeva con difficoltà alle sollecitazioni cliniche dei medici. Tant’è che era stato deciso il trasferimento nell’ospedale di Larino (Campobasso), dove sia il 38enne che la sua giovane compagna avrebbero potuto essere sottoposti ai benefici della camera iperbarica. Ma a metà nottata (i due giovani erano arrivati al pronto soccorso alle 22,30 di sabato sera), quando tutto era pronto per il trasferimento dal reparto di rianimazione, è arrivato lo stop.

«Ci siamo accorti che la nostra terapia stava producendo gli effetti sperati», spiega il primario del reparto, Gianvincenzo D’Andrea, «così abbiamo deciso di andare avanti per garantire un maggior flusso di ossigeno nel sangue. Le condizioni dei due giovani sono costantemente migliorate e ora possiamo dire che il peggio è passato».
Sulla vicenda i carabinieri della stazione di Introdacqua hanno aperto un’inchiesta per ricostruire la dinamica dell’incidente domestico, ma soprattutto per scoprire eventuali responsabilità sul malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento.

Il primo provvedimento assunto è stato quello di mettere i sigilli alla piccola casa nel cuore della frazione di Introdacqua. Sotto sequestro giudiziale è stato posto anche il termoconvettore che riscaldava gli ambienti e che, secondo una prima ricostruzione, avrebbe provocato la produzione del monossido di carbonio e l’avvelenamento del sangue della coppia.
Oggi sarà effettuato un ulteriore sopralluogo per verificare la funzionalità dell’impianto e le eventuali carenze.

Lorenzo Faiella e Antonella Santilli si frequentano da circa un anno. Da qualche mese avevano deciso di andare a vivere insieme nella casetta di campagna in via di Mezzo a Cantone. Lorenzo lavora nell’azienda aquilana Aquilab che, ironia della sorte, si occupa proprio di impianti per la tutela dell’ambiente e della salute.