La Curia e la Provincia al corteo anti-tasse

Crescono le adesioni, alla manifestazione anche l'Ugl e il sindacato di polizia Coisp

L'AQUILA. Colletto bianco, crocifisso al collo e camicia grigia d'ordinanza, don Juan de Dios Vanegas si è presentato alle 17 in punto nel tendone del presidio permanente di piazza Duomo, per partecipare all'assemblea in vista della mobilitazione generale di domani.  In mano un foglio bianco, con poche righe a sintetizzare il messaggio dei due vescovi aquilani che confermano l'adesione della diocesi alla manifestazione in cui si chiede la proroga delle agevolazioni fiscali nell'area del cratere.  «Hanno mandato me», ha spiegato ai presenti, tra cui alcuni sindaci dell'area del cratere, «perché, oltre a essere parroco di Gignano, sono delegato per i problemi sociali e del mondo del lavoro».  Il vescovo ausiliare Giovanni D'Ercole che già a marzo aveva spalato con il popolo delle carriole, dovrebbe sfilare in corteo.  Di fatto, quello che fino a qualche settimana fa era solo un movimento spontaneo dei cittadini, sostenuto a suon di volantini, manifesti e social network, si è trasformato in un'iniziativa compatta che vede la partecipazione di tutte le principali istituzioni locali.  Tutti insieme per ribadire che la manovra correttiva va stretta a un'area devastata materialmente ed economicamente dal sisma.

IL DOCUMENTO IN PROVINCIA. Dopo l'adesione in blocco dell'assise civica, anche il consiglio provinciale, con in testa il presidente Antonio Del Corvo, sfilerà in corteo con tanto di gonfalone. E questo è venuto fuori nel corso della seduta straordinaria di ieri, dove è stato approvato un documento in cui si chiede un'ulteriore sospensione contributiva fino al 31 dicembre 2011 e lo stesso trattamento di restituzione riservato a Umbria e Marche: decorrenza non inferiore a dieci anni dall'evento sismico e abbattimento del 60%.  Il documento, che è frutto del lavoro della conferenza dei capigruppo, chiede anche il blocco dei pagamenti dei mutui per le case inagibili e dei finanziamenti o prestiti per cinque anni, oltre alla proroga della cassa integrazione e un tavolo di confronto con enti e istituzioni per chiarire quali saranno i benefìci della zona franca. «Abbiamo unito le proposte di maggioranza e opposizione», ha spiegato il capogruppo del Pdl in consiglio, Armando Floris, «per un documento che va anche oltre le richieste del consiglio comunale, presentando delle indicazioni per il lavoro». Soddisfatta anche Stefania Pezzopane (Pd), vicepresidente del Consiglio, «per una seduta che ha registrato la collaborazione di tutte le forze in campo».  Tutti d'accordo dunque, centrodestra e centrosinistra, consiglieri aquilani e consiglieri marsicani. Un film ben diverso da quello che si è visto sinora, con un'opposizione particolarmente critica nei confronti dell'amministrazione Del Corvo.

LE ADESIONI. Crescono intanto le adesioni alla mobilitazione che partirà alle 16 dalla Villa Comunale per attraversare le vie del Corso e riversarsi sulle arterie principali della città, anche con l'aiuto di trattori messi a disposizione da alcune aziende agricole. L'università aderisce ufficialmente, e in corteo ci saranno anche i costruttori rappresentati dall'Ance. In corteo anche una delegazione del sindacato di polizia Coisp, con lo slogan «i nostri stipendi devono sostenere la ricostruzione e la ripresa economica». Per quanto riguarda i sindacati, la Cgil ha convocato domani mattina il direttivo regionale, all'Aquila. In campo, dopo qualche riserva iniziale, anche l'Ugl di Piero Peretti. Un contributo energico arriva da Angelo Ludovici, del partito dei Comunisti italiani, il quale ha criticato «le scelte fatte in questi mesi». Obiettivo importante, condiviso anche con il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, è quello di mantenere alta l'attenzione. Già si pensa intanto al dopo manifestazione. «Se non abbiamo segnali», ha assicurato il parlamentare del Partito democratico, Giovanni Lolli, «siamo pronti ad andare a Roma», mentre ilvicepresidente del consiglio regionale, Giorgio De Matteis, ha giudicato possibile un presidio fisso davanti alla sede del ministero dell'Economia, «fino a quando il ministro Giulio Tremonti non verrà a trovarci».

© RIPRODUZIONE RISERVATA