La dama in corteo tra sorrisi e lacrime

Roxana: «Felice di sfilare per questa città che amo, ma le polemiche mi hanno fatto stare male»

L’AQUILA. «Mi soffi negli occhi?». Il corteo della Perdonanza è ormai partito da un po’, i primi figuranti sono già arrivati davanti alla basilica di Collemaggio, ma lei, Roxana Alejandra Oliveros Garcia, dama della Bolla e protagonista della 721ª Perdonanza celestiniana, è ancora dentro a Palazzo Fibbioni per aspettare il suo turno. L’abito di velluto, i capelli tirati in un’acconciatura impeccabile, il trucco appena visibile sulla pelle scura e due lucciconi che brillano sugli occhi color nocciola. «Questo per me è un giorno bello quanto difficile», dice. «Tutte le polemiche mi hanno fatto stare male. Per due notti non ho dormito e mi è spuntato sul naso l’herpes. Ora è coperto dal fondotinta, vero?». L’herpes non si vede, anche perché Roxana non solo è bella, ma è talmente affabile che è difficile trovarle difetti. Che sia originaria di Caracas, capitale del Venezuela, non lo dice solo il colore della pelle, ma lo lasciano intendere anche le parole che a volte escono insicure dalle sue labbra, nonostante viva ormai in Italia da sei anni, uno all’Aquila. «Anche tu pensavi che non ero adatta a questo ruolo?», chiede. «Se la gente sapesse quanto voglio bene a questa città, capirebbe perché sono qui». Eppure evidentemente non tutti hanno capito. «Sono straniera, è vero, ma sento questa città come mia», dice. «Sento di poter rappresentare L’Aquila. È anche questa l’integrazione. Quando ho letto il bando per la selezione della dama della Bolla sul Centro, ho pensato: perché non provarci? Conoscevo già gli aquilani e immaginavo potessi scatenare polemiche, ma ho voluto farlo lo stesso. Poi sono stata scelta tra 22 ragazze, non riuscivo a crederci».

D’altra parte, come dice Roxana, nel bando era richiesta solo la residenza, «non si parlava né di colore della pelle, né di nazionalità».

Alla domanda se la città a cui si appartiene è quella in cui si nasce o quella che si sceglie per vivere, Roxana risponde senza dubbi: «Resterò qui, a prescindere da tutto. Ora prenderò una seconda laurea, in Lingue e mediazione culturale, dopo quella in Economia. Voglio costruire la mia vita all’Aquila. È per questo che oggi l’emozione mi prende allo stomaco. Mi soffi ancora negli occhi?». (m.c.)

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