La giunta rosa di Balsorano dimenticata dalla Regione

Niente fondi per togliere le baracche del terremoto del 1915, ma il piano va avanti

BALSORANO. La giunta "rosa" di Balsorano, guidata da Francesca Siciliani, avvocato, aveva un sogno quando si è insediata nel 2007: far sparire le baracche costruite dopo il terremoto del 1915, che rase al suolo anche il paese.

Il progetto di sbaraccamento piacque alla Regione, che si impegnò a stanziare oltre un milione e mezzo. Ma di quei fondi non si è vista neppure l'ombra. Così la giunta Siciliani non aveva scelta: o lasciare che le baraccopoli, di cui Balsorano ha il triste primato nella Marsica, restassero in piedi o cercare i fondi per il loro abbattimento, coinvolgendo i privati. Ha optato per la seconda soluzione, a dimostrazione della caparbietà e della concretezza di cui le donne, nei momenti difficili, sanno dare prova. Il progetto prevede la realizzazione sull'area attualmente occupata dalle baracche di sei palazzine con negozi, uffici, verde attrezzato e impianti sportivi.

Il Comune, oltre a cedere il terreno, si accollerebbe le spese per la progettazione e le infrastrutture.

I privati, che sarebbero poi gli attuali assegnatari delle casette asismiche di Balsorano, a loro volta, provvederebbero alla costruzione delle palazzine.

L'adesione da parte degli assegnatati alla proposta dell'amministrazione è stata pressocché totale.

Del resto non avrebbero avuto altra scelta, dal momento che il nuovo regolamento, approvato dalla giunta, precludeva loro la possibilità di mantenere la baracca all'infinito e magari specularci, cedendola ad altri.

Per i non residenti l'assegnazione sarebbe cessata con la loro morte, mentre per i residenti era obbligatorio che figurassero nello stato di famiglia dell'assegnatario.

Immediatamente revocata invece è stata l'assegnazione delle baracche adibite a magazzino o a cantine.

Presto dalla fase progettuale si passerà a quella operativa.

Compito che spetterà all'amministrazione comunale che uscirà dalla prossima consultazione elettorale.

Resta il fatto, comunque, che se il problema delle baraccopoli di Balsorano potrà essere risolto, lo si deve alla tenacia di una giunta, costituita in prevalenza da donne.

«Anche se i fondi che la Regione ci aveva garantito sono rimasti un miraggio», afferma Francesca Siciliani, «non ci siamo persi d'animo. Ci siamo rimboccati le maniche e creato le condizioni per cancellare una vergogna che si protrae da quasi 100 anni».

La Regione, purtroppo, non ha deluso il Comune di Balsorano solo sulle baraccopoli.

Ma anche su un altro problema che figurava tra le priorità dell'amministrazione Siciliani: la costruzione di un complesso scolastico unico per gli alunni delle elementari e medie di Balsorano e San Vincenzo Valle Roveto. Il complesso avrebbe dovuto essere dotato di strutture ricreative e sportive sull'esempio del Campus realizzato a Ortucchio.

«Sia noi che San Vincenzo», lamenta la Siciliani, «tenevamo molto a questo progetto. Purtroppo non ci è stato finanziato».

La giunta Siciliani ha anche puntato sull'energia alternativa.

Entro questo mese dovrebbe essere ultimato l'impianto fotovoltaico in località Aringo, realizzato dall'Ansaldo, che farà affluire nelle casse comunali 100mila euro l'anno.

«Soldi», spiega il vicesindaco Gino Capoccitti, «che ci consentiranno di garantire i servizi e di accendere dei mutui».

Purtroppo Balsorano, Comune al confine con il Lazio, ha un'economia depressa.

Le principali risorse sono l'agricoltura e la zootecnia. Manca però una mentalità imprenditoriale e le aziende sono quasi tutte a conduzione diretta.

Non trovando lavoro sul posto, molti residenti sono costretti a fare i pendolari. Per lo più vengono impiegati nell'edilizia della capitale e del Frusinate. Alcuni partono alle 4 di mattina e tornano a casa la sera tardi. Altri vanno via il lunedì e ritornano il sabato. Una vita di stenti e di sacrifici, simile purtroppo a quella degli abitanti degli altri centri della Valle Roveto. Tanti i giovani che lasciano il paese per cercare fortuna all'estero.

È il caso di due ragazze che facevano parte della giunta comunale: Fulvia Lucantonio e Anna Scacchi, laureate rispettivamente in Legge e in Scienze della comunicazione. La prima ha trovato lavoro a Londra, la seconda a Lione. Si è reso così necessario un rimpasto e al posto di una delle due è entrata Monica Perruzza, che il mese scorso, da sola e a piedi ha raggiunto località Case Cerroni, isolata dalla neve, per portare soccorso alla popolazione.

Un impulso allo sviluppo di Balsorano potrebbe venire dal turismo.

L'amministrazione Siciliani, pertanto, ha cercato di valorizzare strutture come l'eremo di Sant'Angelo - si trova a 950 metri di altezza - e il Castello Piccolomini, e organizzare d'estate spettacoli e manifestazioni eno-gastronomiche, come "Calici sotto le stelle" (10 agosto), che hanno richiamato in paese migliaia di turisti, provenienti soprattutto dalla Marsica dal Frusinate.

Infine la giunta Siciliani, in collaborazione con la scuola, ha puntato molto sulla crescita culturale del paese. Insieme all'associazione "Libera" di don Ciotti, sono stati organizzati convegni sulla legalità e la lotta alla criminalità organizzata, tra cui quello su Peppino Impastato, il giovane siciliano assassinato dalla mafia.

«Ciò che mi gratifica di più», conclude Francesca Siciliani, che annuncia di non ricandidarsi alle prossime elezioni di maggio, «è quella di avere inciso sulla mentalità della gente. Per la prima volta i cittadini di Balsorano hanno capito che le baracche non sono delle vere case, ma rappresentano una vergogna per l'intero paese, che va cancellata».

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