benedetta da papa francesco dopo il restauro

La Madonnina si riprende il Velino

Quattordici volontari trasportano in vetta la statua da 60 chili

MAGLIANO DE’ MARSI. Si può essere robusti quanto si vuole, ma chi non ha mai sperimentato cosa si prova a percorrere un sentiero di montagna con sulle spalle il peso dello zaino difficilmente potrà rendersi conto dello sforzo che hanno dovuto sostenere i 14 indomiti sherpa che ieri hanno riportato sulla cima del monte Velino la Madonnina degli alpini. Dei portatori di mezzo secolo fa, soltanto due di loro sono ancora tra noi: Mario Sansone, che è anche il capogruppo degli alpini di Avezzano, e Giuseppe Spera. Cinquanta anni fa, la statua pesava 32 chili; quella che invece è risalita ieri sul monte Velino di chili ne pesa ben 42, perché la parte cava della scultura, è stata riempita col cemento, necessario per un assicurare un migliore ancoraggio sulla roccia. A coordinare le operazioni ha provveduto Pino Di Mario, che ha optato per una barella adibita all’uso, sulla quale è stata posizionata la statua, insieme all’attrezzatura necessaria, il tutto per un peso complessivo di oltre 60 chili. Un peso da far spavento anche per un trasporto in pianura, figuriamoci in salita e in mezzo a pietre di ogni genere. Ma i 14 valorosi, partiti venerdì pomeriggio dal parcheggio di Santa Maria in Valle Porclaneta di Rosciolo, non si sono scoraggiati e in meno di quattro ore sono arrivati al rifugio di Sevice (metri 2.119), dove hanno pernottato e recuperato le forze necessarie per ripartire nella mattinata di ieri e raggiungere i 2.487 metri della vetta. Dopo nove mesi trascorsi in pellegrinaggio tra le chiese della zona, e dopo aver ricevuto la speciale benedizione di Papa Francesco, la Madonnina degli alpini è tornata al suo posto. Bravissimi tutti i portatori: Pino Di Mario, Gaetano Andreetti, Fabio Antifora, Domenico Cirone, Giuseppe D’Ascanio, Rodolfo De Angelis, Danilo Gigli, Luca Luciani, Francesco Meta, Vincenzo Orfanelli, Antonella Perna, Francesco Placidi e Ascenzo Turni, ai quali si sono aggiunti verso la fine Giovanni Di Girolamo del Gev e Gianfranco Gallese del Soccorso alpino.

Plinio Olivotto

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