La Mannoia e Renato Zero incantano i trentamila con le note della rinascita

Successo del concerto più atteso dell'estate aquilana davanti alla facciata della basilica di Collemaggio

L'AQUILA. «Cinque, quattro, tre, due, uno... Zeroooo». Il conto alla rovescia sulla breccia del piazzale di Collemaggio dà il via al concerto più atteso dell'estate aquilana nella serata inaugurale della 716esima Perdonanza. Un duetto insolito che ha visto le atmosfere esotiche evocate dalle canzoni di Fiorella Mannoia, sposare ritmi e toni del Renato nazionale. Una festa per 30mila persone.

Sotto una luna piena, con lo sfondo della basilica di Collemaggio, le note del pezzo d'apertura «Le tue parole fanno male» regalano il primo brivido alla piazza. Poi, dopo Cesare Cremonini, Fiorella omaggia i Negrita, con «Ho imparato a sognare» e Vasco Rossi con «Sally».  Inizia così il racconto che la cantante romana dedica a una città che ha imparato a conoscere negli ultimi anni.  «Era importante tenere un concerto qui in città», ha spiegato al suo arrivo in mattinata alla sede del Comune a Villa Gioia, «perché l'anno scorso, quando ci fu a San Siro l'iniziativa Amiche per l'Abruzzo, molti aquilani, presi dalle difficoltà dell'immediato, non stavano certo pensando al nostro concerto.

D'altra parte, ero stata una delle ultime a suonare nella piazza Duomo, proprio in occasione del terremoto, prima che il terremoto rendesse il centro inagibile».  Di qui la scelta di tornare, proprio in occasione della Perdonanza. E la Mannoia lo ha fatto con Renato Zero: «Quando gli ho detto che tornavo all'Aquila», spiega, «mi ha risposto Fiore'», voglio venì pure io».  E sul palco di Collemaggio, le due voci si incontrano in «Cercami» e «I giardini che nessuno sa», per la gioia dei fan di Zero.

Il piazzale balla sulle note di «Clandestino», nella cover dei Manu Chao che diventa occasione per puntare il dito sulle difficoltà del post-sisma a suon di «ricostruzione clandestina e informazione illegale».  Le stesse difficoltà che la Mannoia ha condiviso nel pomeriggio con i gruppi musicali che ha incontrato nel parco del Sole, dopo aver visitato piazza San Bernardino.  «Bisogna far capire al resto d'Italia», ha detto, «che qui servono spazi e occasioni di incontro, non è solo una questione di emergenza abitativa». Resta alta l'attenzione della gente al ritmo di «Oh Che sarà» e «Il pescatore» e poi tutti a casa con il «Cielo d'Irlanda».

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