La Marsica in 180 secoli di storia

In un'opera dell'Archeoclub i tesori riemersi nelle campagne di scavo


AVEZZANO. I tesori affiorati durante gli scavi, eseguiti nella Marsica nell'ultimo trentennio, hanno consentito agli archeologi di seguire i passi fatti dai popoli che vi si sono insediati dalla preistoria (nella grotta Continenza, a Trasacco, sono emersi reperti di 18mila anni fa) fino al Medioevo.

Una lunga storia che è ora un'opera pubblicata dall'Archeoclub di Avezzano. Dà la possibilità di ripercorrere, senza soluzione di continuità, le tappe di questo lungo cammino. Il volume contiene gli atti del convegno su «Il Fucino e le aree limitrofe nell'antichità» che, nel novembre del 2009 si è tenuto al castello Orsini di Avezzano, durante il quale 65 archeologi italiani e stranieri hanno fatto il punto delle scoperte fatte.

Un'opera che, attraverso i reperti venuti alla luce, ricostruisce la storia della civiltà della Marsica. Essa, oltre a costituire un insostituibile strumento di lavoro per gli studiosi, consente al popolo marsicano di risalire ai propri antenati, conoscere i loro usi, i loro costumi, la loro concezione del mondo e della vita. In altre parole la loro cultura.

All'Archeoclub, che ha curato la pubblicazione, contando solo su un piccolo contributo della Regione e di alcune aziende private, tra cui la Micron Italia e la Cartiera Burgo, va dunque la gratitudine dei cittadini della Marsica.

Il primo a rendere merito all'associazione per l'iniziativa è stato il soprintendente per i Beni archeologici dell'Abruzzo, Andrea Pessina, durante la presentazione dell'opera nell'auditorium del Centro servizi culturali di Avezzano.

«Ciò che avete fatto», ha detto Pessina, rivolto al presidente dell'Archeoclub, Umberto Irti, «ci è di conforto, in un momento di grande sconforto».

Sconforto, ha spiegato lo stesso soprintendente, che deriva dai tagli dei fondi statali, nell'ordine del 40 per cento per i Beni culturali, e dalla crescente disaffezione verso l'archeologia da parte dei giovani.

Mancando i soldi, non solo non si possono programmare nuovi scavi, ma vengono bloccati anche quelli già iniziati. Inoltre i siti esistenti, alcuni di grande richiamo, come Alba Fucens, Marruvium, Angitia, rischiano di essere abbandonati al loro destino. «Come si fa a intervenire», si è chiesto il soprintendente, «se spesso non abbiamo neppure i soldi per pagare le bollette?».

Al taglio dei fondi, in qualche modo, è legato anche il mancato ingresso di nuove leve nell'affascinante mondo dell'archeologia.

«Ai ragazzi, per lo più studenti universitari, impegnati negli scavi», ha osservato Irti, «non si riesce ad assicurare nemmeno un piatto di minestra. Non c'è da stupirsi allora se coloro che sono portati per questa disciplina prendono altre strade».

In un quadro così desolante, si inserisce un'altra iniziativa dell'Archeoclub, che il 28 maggio, sempre ad Avezzano, presenterà una mappa di tutti i siti (oltre 100) della Marsica, di cui alcuni ancora sconosciuti.

L'obiettivo è quello di sensibilizzare i Comuni sull'importanza di tali aree. Che rappresentano una grande risorsa per la loro economia e che vanno pertanto tutelati.

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