l’impianto contestato

La Regione sbatte la porta all’incontro con la Snam

SULMONA. A una settimana dalla conferenza dei servizi sulla centrale Snam si rompe il tavolo delle trattative sulla ricerca di un tracciato alternativo al metanodotto Sulmona-Foligno. Il presidente...

SULMONA. A una settimana dalla conferenza dei servizi sulla centrale Snam si rompe il tavolo delle trattative sulla ricerca di un tracciato alternativo al metanodotto Sulmona-Foligno.

Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, il suo vice Giovanni Lolli, l’assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca e il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli hanno abbandonato il tavolo convocato ieri a Roma al ministero per lo Sviluppo economico. A scatenare la reazione dei rappresentanti istituzionali è stata la presentazione del progetto da parte dei tecnici Snam, che hanno scritto in una slide di voler realizzare la centrale in una zona periferica della Valle Peligna. Tanto è bastato per scatenare le ire di D’Alfonso, contro chi si era permesso di apostrofare come periferica l’area da lui individuata quale fulcro paesaggistico e naturalistico della regione. I toni si sono alzati e D’Alfonso, Lolli e Ranalli hanno abbandonato il tavolo della trattativa. Prima di andar via, però, la Regione ha formalizzato ancora una volta la richiesta di revoca dell’appuntamento dell’8 ottobre. In quella data è stata convocata la conferenza dei servizi sull’impianto di lungo corso. Per ora la convocazione resta in calendario e in quell’occasione potrebbe arrivare il via libera definitivo all’impianto di Case Pente, area verde poco distante dal cimitero sulmonese, ricca di reperti archeologici e porta dei principali parchi e riserve naturalistiche della regione. Per questo Mazzocca aggiunge che la Regione «continuerà con l’attività amministrativa finalizzata a cancellare la conferenza dei servizi, interrompendo il procedimento amministrativo». Lolli ribadisce la totale opposizione all’opera. «Su quel territorio la giunta regionale ha fatto precise scelte politiche», ricorda, «avendo intenzione di investire per lo sviluppo culturale, ambientale e monumentale dell'area ed è per questo motivo che, in accordo con la delegazione, abbiamo deciso di abbandonare i lavori perché non c’erano più le condizioni per andare avanti». Rivendica la forte presa di posizione della Regione il sindaco Ranalli. «Bene ha fatto il presidente D’Alfonso a rivendicare con forza il ruolo della Regione in questa vicenda», rimarca il primo cittadino. «Del resto un presidente di Regione dev’essere ascoltato e non tocca certo a funzionari ministeriali decidere il destino dei territori. Confido nel ruolo dei nostri parlamentari e della Regione per far valere con decisione le ragioni dell’Abruzzo a Roma e promuovere la vocazione turistica e culturale che D’Alfonso ha attribuito alla città, che non è periferia di nessuno». (f.p.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA