al muspac fino all’11 gennaio 

La ricerca della scrittura dagli anni ’60 

Un focus a cura di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi

L’AQUILA. Fino a venerdì 11 gennaio (ogni giorno non festivo dalle 17 alle 20) la sede del Muspac, in piazza d’Arti (via Ficara), ospita la mostra “Scrivere liberi”. Un focus su scritture sperimentali e di ricerca dagli anni Sessanta a oggi, a cura di Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi. Il tema della mostra è quello della lingua liberata, del gioco e della libertà grammaticale, dell’attraversamento dei confini delle parole, della sperimentazione sulla lingua, delle scritture di ricerca verbo visive, concrete e asemantiche. La relazione tra poesia, arti figurative, suono, teatralità, nasce per la prima volta nelle “Parole in libertà” di Filippo Tommaso Marinetti, nell’avanguardia globale del Futurismo, come strumento linguistico per tradurre in modo efficace la nuova sensibilità per le grandi scoperte filosofiche e scientifiche dei primi anni del Novecento («il tempo e lo spazio morirono ieri»). Facendo entrare l’arte nella vita e la vita nell’arte, queste parole «orchestrano i colori, i rumori e i suoni, combinano i materiali della lingua e dei dialetti, le formule aritmetiche e geometriche, i segni musicali, le parole vecchie, deformate o nuove, i gridi degli animali, delle belve e dei motori», come lo stesso Marinetti scrisse. Sono «analogie disegnate», in cui il senso della parola è descritto anche graficamente dal modo in cui la parola è disposta, per poter essere interpretata teatralmente, come una partitura musicale. (fab.i.)
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