La Snam: progetto sicuro e necessario

Chiarimenti dalla società: rispetto dell'ambiente e nessun problema con i terremoti

SULMONA. «Un'opera strategica concepita per rispettare l'ambiente e che garantisce la massima sicurezza anche nelle zone ad altissimo rischio sismico»: il Centro strappa in esclusiva a Snam rete gas chiarimenti e dettagli del progetto nazionale sul metanodotto Rete Adriatica che tanto sta facendo discutere. In Abruzzo il tracciato si snoderà per 168 chilometri e avrà il suo «cuore» a Sulmona con un impianto di compressione del gas. Saranno attraversati i territori di 19 comuni.

Dalla provincia di Taranto a quella di Bologna, passando per l'Abruzzo: qual è lo scopo dell'opera?
Garantire una maggiore flessibilità e sicurezza di approvvigionamento delle reti regionali, e quindi comunali, con le quali il gasdotto è destinato a interconnettersi. Assicurare agli abitanti e alle attività produttive dei territori attraversati dalla nuova infrastruttura maggiori disponibilità di gas naturale in sostituzione dei tradizionali combustibili fossili, maggiormente inquinanti rispetto al gas naturale. Diversificare le rotte di trasporto realizzando un nuovo corridoio, alternativo a quello tirrenico. Il progetto è esclusivamente di Snam Rete Gas e non esiste alcune partecipazione di British Gas o di altre società.

Gasdotto Rete Adriatica. È il nome dell'opera. Ma perché attraversa il Paese nei tratti appenninici?
La ricerca di corridoi di passaggio compatibili, dal punto di vista sia ambientale sia della pianificazione territoriale e urbanistica, è stata inizialmente indirizzata in prossimità della linea di costa adriatica. È stata valutata anche la possibilità di affiancare la nuova opera alla rete dei metanodotti in esercizio, tra cui il metanodotto Ravenna-Chieti, nell'intento di fruire dei corridoi esistenti. Ma questi ultimi non sono idonei a ospitare ulteriori infrastrutture essendo ormai inseriti in un territorio fortemente urbanizzato. La ricerca del tracciato si è progressivamente spostata verso l'interno fino ad individuare, in prossimità dello spartiacque appenninico, la direttrice migliore in termini di continuità, sicurezza e compatibilità ambientale.

Abruzzo regione verde d'Europa. Sarà ancora così dopo l'apertura del cantiere o resteranno le «cicatrici»?
In cinque anni, dal termine dei lavori, è previsto il ripristino dell'ecosistema dei parchi e delle zone protette. Come per tutti i gasdotti realizzati da Snam, anche per la Rete Adriatica saranno osservate, in sede di progetto esecutivo, le specifiche prescrizioni dettate dai provvedimenti rilasciati sia in sede di valutazione di impatto ambientale che nelle specifiche autorizzazioni il cui rilascio è di competenza degli enti territoriali e locali - vincolo idrogeologico, autorizzazioni paesaggistiche - e tese alla salvaguardia ambientale, che si traducono in azioni progettuali da adottare per una corretta esecuzione dei lavori, del ripristino dei suoli, della vegetazione e degli ecosistemi interessati. In particolare le metodologie di esecuzione delle semine e dei rimboschimenti nonché la scelta delle specie sono concordate con la Forestale e con gli altri Enti competenti, anche mediante opportuni sopralluoghi congiunti. L'effetto finale che viene ottenuto mediante la realizzazione di tali opere è il ripristino del suolo alle condizioni originarie con un rafforzamento della sua stabilità. Il metanodotto Sulmona-Foligno rappresenta uno dei tratti funzionalmente autonomi della Rete Adriatica; il relativo tracciato, così come modificato dopo diversi confronti con i ministeri competenti e le comunità locali, attraversa con interferenza diretta il solo Parco nazionale Gran Sasso-Monti della laga e cinque tra siti Zps (Zona protezione speciale) e Sic natura 2000 (Siti di interesse comunitario), di cui uno ricade nell'ambito dell'areale del parco. L'interferenza è limitata unicamente a un'occupazione temporanea di suolo durante la fase di cantiere in quanto i luoghi verranno ripristinati. Diversamente dal primo tracciato ipotizzato, il nuovo andamento della condotta non viene più a interferire con l'area del Parco nazionale dei Sibillini né con quella del parco Sirente-Velino inizialmente interessato nei pressi del comune di Prata d'Ansidonia. Riguardo all'incidenza dell'opera sull'area del Parco Gran Sasso-Monti della Laga, il metanodotto interesserà territorialmente in misura limitata e in settori antropizzati.

Però si scaveranno milioni di metri cubi di terreno.
La fascia di lavoro per la realizzazione del gasdotto ha una larghezza massima di 28 metri, che viene ridotta a 18 metri nelle aree di particolare sensibilità ambientale. La fascia di lavoro non va confusa con la fascia di servitù del gasdotto, che prevede unicamente il divieto di costruzione di fabbricati a una distanza inferiore ai 20 metri dalla condotta. Nella fascia di servitù, una volta ripristinata, sono consentite le colture preesistenti alla realizzazione dell'opera. Anche l'incidenza dell'impatto dei mezzi operativi, quali escavatori e posatubi, è minimizzata. La realizzazione degli attraversamenti fluviali viene effettuata con tecniche di ingegneria specializzate e non comporta deviazioni né interruzioni dei corsi d'acqua, neppure temporaneamente».

E come la mettiamo con la sismicità dell'Abruzzo (secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è la seconda regione d'Italia più a rischio e c'è un terremoto ogni dieci, quindici anni) e col problema delle frane?
Ai fini della scelta del tracciato del metanodotto in progetto sono state adottate le metodologie internazionalmente riconosciute e quindi sono state individuate le aree geologicamente più stabili e sicure, lontane dalle aree in frana o segnate da dissesti idrogeologici attivi e di proporzioni importanti. Le principali strutture sismogenetiche presenti nel territorio aquilano, come le faglie di Paganica, Bazzano e Monticchio-Fossa, attivatesi in occasione dell'evento sismico principale del 6 aprile 2009, non vengono mai interessate direttamente dal metanodotto. Il territorio nazionale è attraversato da circa 32mila chilometri di gasdotti interrati, progettati secondo norme internazionali riconosciute. In occasione dei sismi più gravi verificatesi negli ultimi decenni non sono risultati danni o rotture alle condotte presenti nelle zone interessate dagli eventi sismici. In particolare, la casistica italiana è principalmente legata all'evento sismico del Friuli, dove il gasdotto Sergnano-Tarvisio, posto nell'area dell'epicentro, ha certamente subìto lo scuotimento massimo prodotto dal terremoto. Il comportamento del gasdotto è stato ottimale non essendo stata rilevata alcuna rottura lungo il tracciato, come testimoniato dal fatto che il flusso del gas non fu interrotto, né subì perdite.

Come si spiega la scelta della Valle Peligna per la costruzione dell'impianto di compressione del gas?
L'area di Case Pente è stata scelta sulla base delle seguenti considerazioni: o è limitrofa ai metanodotti già esistenti - tra il 2004 e il 2006 è stato realizzato il raddoppio del gasdotto Campochiaro-Sulmona - consentendo così di contenere l'impatto sul territorio dovuto alla fascia di servitù larga 70 metro, necessaria per i quattro collegamenti da realizzare tra i metanodotti esistenti e l'impianto; o è posta esternamente ai Parchi e alle aree protette. Il Sito di importanza comunitaria più vicino è a 2,3 chilometri. Lo studio d'impatto ambientale ha dimostrato che gli effetti della realizzazione e dell'esercizio dell'impianto sulle aree protette sono assolutamente trascurabili. Le turbine per la compressione e il rilancio del gas saranno alimentate con lo stesso gas naturale e saranno dotate di camere di combustione a basso livello di emissioni, in accordo con le Linee guida per l'individuazione e l'utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di impianti di combustione. Il gas utilizzato, cosi come l'aria comburente, sono filtrati prima dell'ingresso in camera di combustione ottenendo, tra l'altro, una emissione di particolato assolutamente trascurabile. Di fatto, tale impianto emetterà solo gli ossidi di azoto e il monossido di carbonio prodotti esclusivamente dal processo di combustione del gas naturale nelle turbine a gas e nelle caldaie. Le simulazioni della dispersione degli inquinanti in atmosfera hanno tenuto in considerazione la conformazione del territorio e le sue caratteristiche meteoclimatiche, compresi i ristagni d'aria. E hanno mostrato, ipotizzando l'esercizio più gravoso possibile dell'impianto, che i livelli di concentrazione rientrano ampiamente nei valori prescritti dalla normativa vigente: 25 volte inferiore per gli ossidi di azoto e almeno 100 volte inferiore per il monossido di carbonio. Le acque reflue civili saranno trattate in un impianto di fitodepurazione a ciclo chiuso. Le acque reflue industriali saranno convogliate in un serbatoio per essere poi smaltite da imprese specializzate in conformità alla normativa vigente. L'impianto è stato progettato prevedendo apparecchiature a ridotta emissione acustica, interrando le tubazioni del gas e prevedendo cabinati insonorizzati per i turbocompressori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA