La torta da 200 milioni pagati a pie’ di lista

Dalle carte dell’inchiesta il meccanismo dei puntellamenti del centro storico Il pm: «La ditta Steda favorita nell’assegnazione dei lavori di messa in sicurezza»

L’AQUILA. Una «torta» da oltre 200 milioni di euro. Soldi affidati in forma diretta, in deroga alla normativa sugli appalti, in conseguenza dello stato di emergenza grazie all’ordinanza 3753 della Protezione civile, allora guidata da Guido Bertolaso. Soldi pagati a pie’ di lista. La storia dei puntellamenti – che ha reso ricchi non solo colossi delle costruzioni provenienti da ogni parte d’Italia ma anche tante imprese, medie e piccole, della città e del suo circondario – emerge dalle carte dell’inchiesta della Procura che ha messo sotto la lente d’ingrandimento i lavori di «somma urgenza» per l’esecuzione di opere provvisionali per la messa in sicurezza degli immobili danneggiati dal terremoto.

I SENSALI. Secondo l’accusa, l’imprenditore di Bassano del Grappa Daniele Lago, sedicente corruttore, «entrava nel settore delle opere provvisionali grazie a Pierluigi Tancredi, che agiva avvalendosi della collaborazione di Pasqualino Macera e di Daniela Sibilla, soci della Dama consulting srl. Le attività investigative hanno permesso di ricostruire due episodi nei quali la Steda spa doveva essere favorita nell’assegnazione dei lavori di messa in sicurezza, in cambio di denaro».

SOLDI ALLA DESTRA. Il primo episodio, per l’accusa, «si riferisce al conferimento dei lavori di un aggregato nel quale vi è un immobile di proprietà della dottoressa Sabrina Cicogna, vicedirettore sanitario dell’Asl, direttore di dipartimento e direttore dell’unità operativa complessa di Cardiologia dell’ospedale San Salvatore, per ottenere il quale Lago, su indicazione di Tancredi, pagava un contributo di cinquemila euro in favore del partito politico La Destra e la somma di 30mila euro in contanti in favore di Tancredi che a sua volta, per quanto riferito da Lago e Marcon (Steda), erano indirizzati al vicesindaco Riga. Nonostante il pagamento di parte della somma (10mila euro anticipati), l’appalto venne assegnato ad altra ditta».

PALAZZO CARLI. Il secondo episodio riguarda l’appalto per la realizzazione delle opere provvisionali di messa in sicurezza di Palazzo Carli. Il Comune, in deroga alla normativa sugli appalti causa emergenza, aveva affidato i lavori alla ditta Silva costruzioni, che, come annota il gip nell’ordinanza, «era abilitata a effettuare lavorazioni che non superassero i 620mila euro. Il Comune avrebbe dovuto affidare i lavori a un’impresa con qualificazione appropriata», come confermato dall’autorità di vigilanza sui Lavori pubblici. Altra «anomalia», per l’accusa, la mancata quantificazione dell’importo totale dei lavori. La stima era di 1,6 milioni. Pagamento a pie’ di lista. «Sarebbe stato opportuno, per l’amministrazione, effettuare uno studio preliminare finalizzato ad avere una stima di larga massima del costo dell’intervento», commenta l’autorità di vigilanza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA