Le campane a festa accolgono il dipinto assente da 42 anni

TRASACCO. Al suono delle campane a festa è tornato nella basilica di San Cesidio il quadro della Madonna del Rosario. Mancava da 42 anni. La tela del XVII secolo era stata portata all’Aquila nel 1968. Doveva essere restaurata ma da allora non aveva fatto più ritorno. Oggi alle 17, intanto, viene celebrata la messa solenne dal vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro.

La tela del XVII secolo, alta più di tre metri, ha fatto ritorno a casa, accompagnata dai restauratori della ditta Carnicelli, che l’hanno rimessa a nuovo dopo il lungo periodo trascorso nel deposito del castello dell’Aquila. A darle il benvenuto c’era una nutrita rappresentanza di fedeli del paese, giunti per osservare da vicino l’opera. I più anziani infatti la ricordavano vagamente, i più giovani ne avevano sentito solo parlare. Proprio per questo don Duilio Testa, parroco di Trasacco, che ha fatto del tutto per far tornare il quadro nella basilica, ha tenuto una vera e propria lezione di arte ai presenti. Non tutti infatti sapevano quale storia si celasse dietro questa antichissima tela.

Come studenti di storia dell’arte davanti ad un’opera di Leonardo o di Michelangelo, i fedeli si sono raccolti a semicerchio intorno al quadro e hanno ascoltato la descrizione fatta dal sacerdote. «Ho spiegato ai presenti che a questa tela è strettamente legata alla battaglia di Lepanto del 1571, combattuta tra le flotte musulmane e quelle cristiane», racconta il sacerdote, «dopo aver raccontato la storia di questa guerra ho illustrato ai fedeli i personaggi presenti nella tela e la loro storia. Se questo quadro è di nuovo qui devo ringraziare la dottoressa Caterina Dalia che mi aiutato a rintracciarlo».
Intanto don Duilio, che si è impegnato per far restaurare le opere d’arte della basilica, si prepara per un altro grande appuntamento.

Questo pomeriggio infatti, alle 17, il vescovo Santoro celebra una messa solenne in onore dei Santi Martiri. E a seguire è prevista la sigillazione dei reliquari. «Abbiamo provveduto a far ripulire tutte le ossa dei Martiri», conclude il parroco, «i resti appartengono a quindici martiri identificati e a trenta che invece non hanno un nome. Il segretario vescovile redigerà una bolla, una sorta di atto notarile, e poi le urne verranno deposte nella cripta».

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