«Le istituzioni si attivino a difesa dei call center» 

Allarme lanciato dalla Cisl: crescono i rischi di delocalizzazione e precariato Lolli (Regione): lavoriamo per promuovere l’insediamento di committenti   

L’AQUILA. Un settore che dà lavoro a 4.000 persone in Abruzzo, di cui la metà nell’Aquilano, con 2.000 operatori distribuiti in 7 aziende. Ma quello dei call center è anche un mondo caratterizzato dal precariato e dal rischio delocalizzazione. Per sensibilizzare le istituzioni locali e le parti imprenditoriali, chiamate a fare sistema, ma anche per lanciare un segnale al nuovo governo, la Fistel Cisl ha promosso all’Aquila il convegno ospitato ieri al Moonvillage: un momento di confronto, servito per «creare quelle sinergie necessarie per la difesa del lavoro e del reddito delle famiglie, in una regione che risente gli effetti della crisi economica e del triste evento del sisma». I lavori sono stati introdotti da Lucio Petrongolo, segretario generale Fistel Cisl Abruzzo Molise: alla tavola rotonda hanno preso parte il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, Vito Antonio Vitale, segretario nazionale Fistel Cisl, Leo Pio Malandra, segretario generale Cisl Abruzzo Molise e Paolo Sarzana, presidente di Assocontact.«Il mondo dei call center», ha spiegato Antonio De Simone, segretario regionale Fistel Cisl con delega ai call center,«rappresenta una risorsa per l’Abruzzo. Ma sconta la crisi economica più di altri settori e stenta a riprendersi: negli ultimi tempi si sono registrate diminuzioni dei carichi di lavoro e sono diventati ancora più evidenti sia il precariato che il rischio delocalizzazione delle aziende operanti sul territorio. Lo scopo di questo forum è sensibilizzare le istituzioni locali e l’opinione pubblica, ma anche richiamare l’attenzione del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ha annunciato un intervento del governo per fronteggiare sia il precariato che il rischio delocalizzazione, da parte di aziende che decidono di abbandonare il territorio italiano perché all’estero il costo del lavoro è minore». Tra i call center aquilani, c’è grande attesa al consorzio Lavorabile, dove i 560 operatori sono impiegati nella mega commessa nazionale dell’Inps: le procedure del bando per l’individuazione del nuovo gestore stanno andando per le lunghe e con ogni probabilità il 30 giugno si dovrà ricorrere a un’ulteriore proroga. «La Regione segue con grande attenzione le problematiche del settore», ha affermato il vicepresidente Lolli, «ma non può assumere impegni quando si tratta di gare pubbliche. Il nostro compito è invocare il rispetto della clausola sociale e favorire l’insediamento di committenti. Stiamo lavorando da tempo al progetto di creare nel capoluogo di regione un polo di eccellenza dei call center, puntando sulla formazione continua e sulla ricerca. Ma dopo vari incontri, quello che sembra mancare è l’interesse delle imprese».
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