Legnini: «Questa città non sarà abbandonata»

Il vicepresidente del Csm guida la delegazione nella visita agli uffici giudiziari Sul tappeto il problema degli organici ridotti e le infiltrazioni della malavita

L’AQUILA. «Le infiltrazioni malavitose qui non passano, non devono passare. I criminali non si facciano vedere all’Aquila». Queste le prime parole pronunciate dal vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, nel corso di una conferenza stampa al termine del vertice in prefettura che ha concluso la sua visita all’Aquila, iniziata con una serie di incontri con i responsabili dei diversi uffici giudiziari. Legnini, accompagnato nella sua tappa aquilana – la terza dopo Vicenza e Prato – da alcuni consiglieri del Csm, ha dedicato molta attenzione al pericolo di infiltrazioni malavitose nel cantiere più grande d’Europa. «È stata una giornata importante, di confronto, di ascolto, di esame dei problemi», ha detto il vicepresidente nel corso dell’affollata conferenza stampa. «Vogliamo garantire che la giustizia e il servizio di controllo della legalità all’Aquila funzionino come e più che altrove. Tutte le istituzioni, senza eccezione alcuna, devono fare fronte comune sul tema della legalità. Ed è necessario che tutti sappiano che qui c’è un sistema di controllo forte, tale da consentire all’Aquila di poter essere, sul fronte della trasparenza, un modello per tutto il Paese». Quindi, la questione «essenziale» – anche ai fini della trasparenza e della legalità – della legge per L’Aquila che lo stesso Legnini, mesi fa, quando ricopriva l’incarico di sottosegretario, aveva disegnato. «Legge che va approvata con celerità – come richiesto da tutti i rappresentanti istituzionali che hanno preso parte al vertice in prefettura – e che contiene norme sulla ricostruzione privata che consentono di sanare ogni stortura». Per Legnini «la prevenzione è un aspetto decisivo. Abbiamo chiesto al Procuratore nazionale antimafia, al Commissario anticorruzione e al direttore della Dia, di sostenerci in questo percorso che finirà solo quando terminerà l’ultima pratica della ricostruzione». Quindi, la possibilità di ricorrere, per far fronte all’enorme carico di lavoro, a misure eccezionali, quali l’impiego all’Aquila di magistrati provenienti da altri distretti. «Drammatico», per Legnini, così come ribadito anche da Stefano Schirò, presidente della Corte d’appello dell’Aquila, «il problema del personale amministrativo. Il governo lo sa, tutti lo sanno. Bisogna affrontare il problema e risolverlo». In quanto al tribunale di via XX Settembre, Legnini, che ha visitato il cantiere, ha parlato di «cittadella giudiziaria all’avanguardia», per poi confermare l’apertura, entro primavera, di un’ala. Infine, la questione dei piccoli tribunali, la cui chiusura è slittata al 2018. «Stiamo cercando di coprire i vuoti per consentire a queste sedi di poter funzionare in questi anni al meglio. Spetta al governo trovare delle soluzioni, ma certo è impossibile mantenere in vita tutte le sedi esistenti».©RIPRODUZIONE RISERVATA