Lesioni colpose, scagionati dieci medici 

Archiviata la denuncia di una donna che si fece operare al San Salvatore: voleva perdere peso ma finì in coma

L’AQUILA. Nel 2015 fa una donna romana di 50 anni si sottopose a un intervento di chirurgia per perdere peso. Ma anziché ristabilirsi, le sue condizioni di salute peggiorarono di giorno in giorno. A distanza di due settimane, la situazione si aggravò al punto da richiedere un secondo ricovero.
Trasportata all’ospedale “Pertini” di Roma, in preda a febbre e dolori, i medici capitolini diagnosticarono una foratura gastrica e peritonite, tanto da richiedere un drenaggio addominale e un secondo intervento, al termine del quale i sanitari decisero di mantenerla in coma farmacologico. Poi 10 medici, dell’ospedale San Salvatore, i quali componevano l’équipe che fece il primo intervento di resezione gastrica, finirono indagati per lesioni colpose. Ci fu anche un incidente probatorio e, a un perito, fu dato l’incarico di stabilire se i sanitari avessero eseguito il primo intervento secondo i canoni delle buone prassi mediche, oppure se fossero ravvisabili gli estremi di condotte penalmente rilevanti. Il gip, su richiesta del pm, ha archiviato il caso per cui sono stati del tutto scagionati i medici.
La decisione è stata notificata di recente ai legali anche se l’udienza, dopo l’opposizione alla richiesta di archivazione, si era tenuta nello scorso dicembre.
Stabilita, dunque, l’archiviazione per i medici Gianfranco Amicucci, Giovanni Cianca, Andrea Della Penna, Alba Piroli, Piersante Gola, Marco Clementi, Sergio Leardi, Stefano Guadagni, Mario Schietroma. Archiviata anche la posizione di un professore universitario deceduto nelle more del giudizio. «Le complicanze», scrive il giudice Mario Cervellino, «rientrano tra quelle ordinariamente conseguenti all’intervento. Le complicanze sarebbero insorte in forma acuta e non deriverebbero da inosservanze o da omissioni degli indagati, rilevando che alla data delle dimissioni non vi erano controindicazioni. Non ci sono, inoltre, inosservanze sul consenso informato risultando le note tutte firmate della paziente». Gli avvocati: Massimo Carosi, Maria Teresa Di Rocco, Ascenzo Lucantonio, Ugo Marinucci, Guido Perfetti, Simone Dal Pozzo, Gabriele Galeazzi.
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