Lettera dalla Curia per incastrare Cialente

Acquisita la nota «riservatissima». L'accusa: volevano costringerlo a entrare in Fondazione

L'AQUILA. Il «giochino» contro Cialente è una lettera partita dalla Curia. Tra i presuli c'era chi parlava al telefono e chi firmava. Non si sa quanto consapevolmente. Agli atti dell'inchiesta la lettera di Molinari suggerita da Traversi per costringere il sindaco a entrare nella Fondazione.

GIOCHINI. Nelle telefonate intercettate, e riportate nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Marco Billi a carico di Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere (solo quest'ultimo ha ottenuto l'attenuazione della misura nell'obbligo di dimora), il professore romano ritenuto il fulcro della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo si compiace dell'«ennesimo giochino fatto al caro Cialente». Ennesimo in quanto dalle carte dell'inchiesta, e non solo dalle intercettazioni telefoniche, emerge un continuo pressing nei confronti del Comune che il gip definisce «tentativo di costringere il sindaco Massimo Cialente a far aderire il Comune dell'Aquila alla Fondazione». Un aspetto sul quale la Procura sta effettuando ulteriori accertamenti ascoltando una serie di persone informate dei fatti che sono state utilizzate dai principali indagati per arrivare al loro obiettivo. Le trattative avvenivano anche attraverso il coinvolgimento di alcuni consiglieri comunali. Con tanto di minacce di passare dall'altra parte, e quindi mettere Cialente in difficoltà con i numeri della sua maggioranza se non avesse sposato la causa della Fondazione. Tentativi andati a vuoto ma comunque accertati.

COSTRIZIONE. Di costrizione parla il gip Billi. «L'oggetto delle conversazioni (tra Traversi e Antonio Morgante, capo della segreteria della struttura commissariale, non coinvolto nell'inchiesta, ndr), è una lettera indirizzata dall'arcivescovo metropolita di L'Aquila monsignor Molinari su indicazione di Traversi al sindaco Cialente con la quale la Curia si fa "pronube" di una fondazione che vedrebbe come soci i Comuni di San Demetrio ne' Vestini, Villa Sant'Angelo, L'Aquila, Provincia di L'Aquila e l'Eim (Ente italiano della montagna) oltre non meglio precisati soggetti privati». Si tratta, in sostanza, osserva il giudice, «della bozza della Fondazione. È da rilevare, tuttavia, che successivamente non risulteranno fondatori né il Comune di L'Aquila né la Provincia che aderirà in un secondo tempo né tantomeno l'Eim che non comparirà in alcun modo nella struttura della Fondazione. La lettera risulta a firma di monsignor Molinari futuro presidente del cda della Fondazione ed è indirizzata al sindaco Cialente, vittima dichiarata del "giochino" che Traversi ammette di avergli preparato, consistente nel tentare di costringerlo a far aderire il Comune alla Fondazione».

RISERVATISSIMA. Una missiva talmente riservata che la Procura l'ha acquisita e messa agli atti di un'inchiesta che per ora non si ferma. Eccone alcuni stralci. «PIÙ DI COSÌ SI MUORE». Appare soddisfatto, Traversi, mentre legge alcuni passaggi al suo interlocutore. Traversi: «...allora...è partita la lettera dell'Arcidiocesi che per conoscenza è venuta anche in possesso...l'ho fatta mandare anche a Chiodi, a Gianni, presso la segreteria...». Morgante: «Certo». Traversi: «...in cui praticamente dovrebbero entrare come soci i due Comuni di San Demetrio e Villa Sant'Angelo...». Morgante: «mmmm». Traversi: «La Provincia dell'Aquila». Morgante: «mmm». Traversi: «Il Comune dell'Aquila, il mio ente». Morgante: «Certo». Traversi: «..il tutto con pronube l'Arcidiocesi dell'Aquila». Morgante: «Sì». Traversi: «Per cui, se il buon Cialente non aderisce a quest'iniziativa, perché leggo il passo che Sua Eccellenza ha avuto il piacere...la cortesia di mandarmi...dice "lo strumento individuato potrebbe corrispondere alle necessità gestionali e funzionali sia di progetto sia di...culturale e civile lanciata con il programma di intervento comune di risposta alle famiglie anziani e prima infanzia dei Comuni del Velino Sirente e Gran Sasso d'Italia...denominato L'Aquila città territorio...questa è indirizzata al sindaco...» Morgante: «Sì». Traversi: «..la fondazione è uno degli strumenti più adatti per la cooperazione tra pubblico e privato...laddove molto spesso la pubblica amministrazione ha il potere ma non ha i mezzi sufficienti per intervenire...mi sembra che più esplicita di così si muore...».

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