Liberazione e ricostruzione la memoria 70 anni dopo

Cerimonie in piazza IX Martiri e nel luogo dell’eccidio alla caserma Pasquali Onna e Filetto rendono omaggio alle vittime delle stragi nazifasciste

L’AQUILA. Resistere, liberare, e ricostruire. Sono passati settant’anni ma il motto non è passato di moda all’Aquila, nell’anno sesto dal terremoto.

La giornata del 25 aprile è stata caratterizzata da sei momenti celebrativi in città e nei centri del circondario. Le cerimonie hanno toccato alcuni dei principali luoghi della memoria delle vicende di quel tempo.

Il primo omaggio è stato reso a Pile davanti alla lapide del vecchio stabilimento Thales Alenia Space che fu sede dell’Officina carte valori della Banca d’Italia e che l’8 dicembre 1943 fu bombardata dalle truppe alleate insieme alla stazione ferroviaria. Quindi il sindaco Massimo Cialente ha deposto una corona d’alloro in piazza IX Martiri. «La Resistenza fu animata soprattutto dai giovani», ha detto, «ragazzi che decisero in nome della dignità della patria di andare a combattere spostandosi in montagna. Fu un momento di riscatto rispetto alla classe dirigente fuggita l’8 settembre. Dal loro sacrificio nacque la democrazia».

Le frazioni di Onna e Filetto hanno ricordato le vittime delle stragi nazifasciste. A Onna l’11 giugno 1944, si scatenò la furia tedesca. In una casa, poi fatta crollare, vennero fucilate 17 persone. A Filetto, il 7 giugno 1944, i soldati dell’esercito tedesco uccisero per rappresaglia 17 persone.

Alla villa comunale dell’Aquila affollata cerimonia alla presenza, tra gli altri, della senatrice Stefania Pezzopane, del prefetto Francesco Alecci, del sindaco, dell’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, del comandante dell’Esercito per l’Abruzzo, generale di brigata Rino De Vito, di numerose autorità civili, militari e religiose e di parecchi cittadini che hanno voluto assistere alle celebrazioni. Il comando militare Esercito Abruzzo ha partecipato anche alla deposizione della corona d’alloro nel luogo del sacrificio dei Nove martiri, nella caserma Pasquali-Campomizzi.