INSORGE LA CGIL

Licenziate cinque addette alla pulizia in tribunale

SULMONA. Sono state licenziate 5 delle 16 dipendenti della Coop 2001 che gestisce il servizio di pulizie al tribunale. Le lettere di licenziamento sono arrivate nei giorni scorsi e la Filcams Cgil le...

SULMONA. Sono state licenziate 5 delle 16 dipendenti della Coop 2001 che gestisce il servizio di pulizie al tribunale. Le lettere di licenziamento sono arrivate nei giorni scorsi e la Filcams Cgil le ha già impugnate per chiedere il reintegro sul posto di lavoro. Al di là della vertenza in atto, non si conosce il destino delle cinque addette alle pulizie e soprattutto non si sa chi da domani andrà a pulire le aule del palazzo di giustizia. «I licenziamenti sono conseguenti all'avvio di un appalto interno agli uffici giudiziari, cosa che prima gestiva il Comune», ha spiegato Luigi Antonetti della Filcams Cgil ai lavoratori « ma secondo noi la procedura è nulla visto che non è stata avviata la pratica del licenziamento collettivo che scatta dai 4 dipendenti in su in base alla legge 223 del 1991. Per questo, le lavoratrici anche se non saranno riconvocate entro le prossime due ore andranno pagate ugualmente e in più se non dovesse esserci il reintegro siamo pronti a fare ricorso al giudice del lavoro».

Da qui l’appello del sindacalista ad avere un incontro col commissario prefettizio Giuseppe Guetta per risolvere questa situazione e anche quella annosa, ormai, dei sette dipendenti esterni del Comune che si occupavano di manutenzione strade e immobili e verde pubblico. I lavoratori storici sono in attesa degli stipendi da 5 mesi e il servizio è fermo dal 25 febbraio, da quando cioè è stato rescisso il contratto con la Coarco, la cooperativa che aveva vinto l’appalto, ma che aveva smesso di pagare i lavoratori. «Sono mesi che non si riesce a risolvere nulla, incalza Antonetti, «non è giusto giocare sulla pelle dei lavoratori. Anche in Comune non si sa con chi relazionarsi e intanto queste persone sono senza stipendi da cinque mesi. Se non si smuoverà nulla siamo pronti a fare un esposto alla Procura della Repubblica». (f.p.)

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