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Lorenzin: Cappadocia, mi manda mia sorella 

Parla il sindaco fratello del ministro Lorenzin: «La sua raccomandazione? Leggi le carte prima di firmarle»

CAPPADOCIA. Ha sbaragliato la concorrenza portando a casa il doppio dei voti rispetto al secondo. E la prima telefonata che ha ricevuto è stata quella del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sua sorella. Il neo sindaco di Cappadocia, Lorenzo Lorenzin, ha 39 anni, fa il poliziotto, tifa Fiorentina ed è innamorato delle montagne di Cappadocia. Per questo, dopo aver trascorso per anni lunghe vacanze e weekend di relax nella località turistica marsicana, ha deciso di provare con la politica locale, mettendosi alla guida della lista “Cappadocia nel cuore”, che ha ottenuto 233 preferenze, contro le 108 della squadra capitanata dall’ex sindaco Lucilla Lilli e dei 74 di quella di Claudio Massotti.
Cosa l’ha spinto a candidarsi a sindaco?
«Sicuramente il fatto di aver riscontrato una grandissima potenzialità di sviluppo turistico nel territorio, mai portata avanti. Ho conosciuto tante persone negli anni che mi hanno sempre evidenziato queste carenze. E poi, per una persona come me, amante della caccia e dei funghi, andare in mezzo alla natura e vedere delle bellezze poco sfruttate è un colpo al cuore. Senza dimenticare la neve e le sciovie, volàno dell’economia di Cappadocia. Vedere questi paesi, che vanno a morire e non hanno futuro, se non quello dello sviluppo del turismo eco-sostenibile, ti porta a impegnarti in prima persona per far sì che possano aprirsi nuove strade».
Come ha scelto i candidati in lista?
«Abbiamo fatto una scelta di cambiamento e rinnovamento. A parte un candidato, gli altri sono tutti nuovi, giovani e meno giovani, che hanno molta voglia di fare. Ho lo spirito di squadra, ho giocato tanti anni a rugby, e sono abituato a lavorare insieme. L’uomo solo al comando non mi è mai piaciuto, con la mia squadra condividerò tutto».
Che cosa le ha detto sua sorella, il ministro Lorenzin, quando ha saputo della sua candidatura?
«Ho sempre lavorato dietro le quinte e adesso mi sono messo in prima linea. Lei mi ha fatto una raccomandazione: ricorda che fare l’amministratore è molto difficile, leggi almeno dieci volte le carte prima di firmarle. Non l’ho coinvolta nella campagna elettorale, non ho voluto spendere il suo nome, non sarebbe stato giusto. I cittadini devono conoscere me e scegliere me, non lei».
L’ha chiamata appena è stato eletto?
«Sì, è stata la prima. Lei era in diretta su Raitre per un approfondimento politico e lo ha saputo subito. È stata contenta, mi ha fatto gli auguri e io le ho strappato la promessa di venire alla festa che organizzeremo a Cappadocia per questa grande vittoria. La faremo a luglio, in concomitanza con i miei 40 anni».
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